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Editoriali

La Lituania contro i palloni dalla Bielorussia. E' in atto un'escalation?

Redazione

Il fronte baltico è la prima linea della Difesa della Nato dagli attacchi di Putin, e quindi anche dalla guerra ibrida che sta conducendo 

Ieri il governo lituano ha dichiarato una “emergenza nazionale” la possibile minaccia alla sicurezza rappresentata dai palloni aerostatici che regolarmente oltrepassano lo spazio aereo lituano lanciati dalla Bielorussia. Da mesi il paese baltico affronta una minaccia che ormai viene definito un attacco ibrido: secondo le autorità, solo nel 2025 circa 600 palloni aerostatici e quasi 200 droni sono entrati nello spazio aereo lituano, causando la chiusura ripetuta dell’aeroporto di Vilnius. Quello dei palloni aerostatici per finalità di contrabbando è un problema antico lungo il confine di oltre 650 chilometri tra la Lituania e il paese guidato dal dittatore e junior partner di Putin Aljaksandr Lukashenka, ma ultimamente la scala di minaccia è decisamente aumentata: i palloni aerostatici sono difficili da intercettare, difficili da fermare, e soprattutto non si può essere mai certi di cosa trasportino. E’ per questo che il governo di Vilnius ha approvato alcune misure che attribuiscono poteri aggiuntivi alle Forze armate in risposta a un’emergenza ibrida: i militari potranno restringere l’accesso a determinate aree, limitare il traffico, controllare documenti e mezzi e utilizzare equipaggiamenti speciali.

Le misure dovranno essere approvate dal Parlamento e potranno restare in vigore per tre mesi. Ma ieri il presidente lituano, Gitanas Nauseda, ha annunciato anche che il Consiglio di difesa nazionale valuterà quali beni di proprietà bielorussa presenti nel paese possano essere congelati o confiscati come ulteriore misura di deterrenza. Il fronte baltico è la prima linea della Difesa della Nato dagli attacchi di Putin, e quindi anche dalla guerra ibrida che sta conducendo anche attraverso la Bielorussia. Ieri il Financial Times scriveva che nei circoli dell’intelligence di tutto il continente la domanda inizia a essere se quella in atto – tra sabotaggi, spionaggio, incursioni di droni e di palloni aerostatici – non sia soltanto opportunismo tattico, ma una vera escalation.