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negli stati uniti
Il "sogno blu" del Texas: la sfida democratica tra Jasmine Crockett e i vertici del partito
Nonostante il calo dei consensi di Donald Trump, i dem potrebbero non riuscire a conquistare il seggio texano che gli manca dal 1994. I problemi più grandi, però, sono le divisioni all'interno del partito
“Turn Texas Blue” è uno slogan democratico che ormai sta quasi perdendo di senso, dopo anni a ripeterlo fiduciosi che le onde demografiche dei latinos avrebbero fatto il loro corso. Non è andata così e lo si è visto nel 2024 con i consensi raccolti da Donald Trump alle presidenziali proprio tra coloro che qualche anno prima definiva “stupratori”. Con le politiche di arresti indiscriminati con annesse deportazioni da parte dell’Ice, questo consenso sta calando. Eppure, potrebbe non bastare ugualmente per far sì che i dem conquistino finalmente ciò che gli manca dal 1994: un eletto a livello statale nel Lone Star State. L’elezione per rinnovare il seggio attualmente tenuto da John Cornyn, in carica dal 2002, ultimo esponente di una classe dirigente conservatrice e bushiana, decisamente in difficoltà secondo i sondaggi nelle primarie contro l’ipertrumpiano procuratore generale dello Stato Ken Paxton, già noto alle cronache non solo per le sue numerose vicende giudiziarie personali (tra cui una riguardante l’assunzione di una sua amante che gli è costata un divorzio) ma anche per il suo attivismo durante le elezioni del 2020, dove ha aiutato in ogni modo la battaglia donchisciottesca di Donald Trump per tentare di rovesciare il risultato elettorale. E i dem che fanno, con un candidato così indigesto all’elettorato generale, molto più dell’altro senatore Ted Cruz? Si dividono. E non da ora: già da settimane in campo c’erano l’ex sfidante di Cruz nel 2024, il già deputato Colin Allred e il giovane predicatore bianco (e deputato statale) James Talarico. Ora Allred ha lasciato il campo, preferendo cercare di tornare sui banchi della Camera dei Rappresentanti a Washington. Al suo posto però è entrata un’altra deputata, Jasmine Crockett, che di recente ha dichiarato in un’intervista alla Cnn che “il presidente mi teme. Se davvero pensassero di battermi facilmente, non mi citerebbero di continuo”.
Crockett, eletta al suo secondo mandato tra i banchi del Campidoglio, si è fatta conoscere in questi mesi per i suoi attacchi virali all’amministrazione Trump oggetto di numero video diffusi nell’ecosistema mediatico progressista che le sono valsi migliaia di follower e un aumento vertiginoso di donazioni che l’hanno resa una delle più efficaci fundraiser nelle fila dei dem. Nonostante ciò, la sua candidatura a diverse posizioni di leadership non è stata accettata dai vertici del partito al Congresso. Elemento che in un periodo fortemente antiestablishment come quell’attuale è un asset da non sottovalutare. Per questo nella mattinata di lunedì ha lanciato la sua candidatura di fronte a duecento persone a Dallas, tra cui diversi eletti locali, in una palestra situata nel suo distretto a maggioranza nera e ispanica. La scorsa settimana, secondo un retroscena diffuso dal portale web Texas Tribune, avrebbe chiamato gli sfidanti Allred e Talarico per discutere dei sondaggi interni che la danno in vantaggio alle primarie interne. Allred si è convinto, Talarico no. Quest’ultimo è particolarmente fiducioso che il suo brand di cristianesimo evangelico tinto di progressismo sia l’arma che è mancata ad Allred lo scorso anno e a Beto O’ Rourke sia nel 2018, anno della sua corsa a senatore contro Ted Cruz, sia nel 2022 quando ha sfidato il governatore Greg Abbott.
I meri dati ci dicono che i suoi 4 milioni e 600 dollari a disposizione rappresentano una bella somma di partenza. Dal canto suo però Talarico può contare su un movimento già operativo, con diecimila volontari che fanno campagna per lui in tutto lo stato e con il suo background può anche limitare i danni nelle aree rurali, dove i dem possono anche raccogliere percentuali inferiori al 10%. Da parte degli avversari, come lo stesso Cornyn, sono partiti subito attacchi che dicono “la candidatura di Crockett è la prova che i democratici sono in mano a una cricca di sinistra radicale”. Anche il suo avversario Paxton lo ha detto su X: “Tutti sappiamo che Crockett verrà pesantemente sconfitta”. Di sicuro i sostenitori dei due candidati dem sono profondamente divisi, sia come stile che come programmi, ma gli avversari repubblicani non nascondono il loro reciproco disprezzo. Cornyn ha detto che solo lui è la garanzia che “Trump manterrà la maggioranza” mentre Paxton risponde che i 40 milioni finora raccolti da Cornyn sono uno spreco inutile che sarebbe stato meglio destinare ad altri stati più competitivi, implicando che i suoi donatori hanno buttato via i soldi. In Texas quindi i due partiti si sono divisi quasi in modo analogo: progressisti e conservatori per i dem, ex bushiani ed ipertrumpisti tra i repubblicani. Dalla combinazione dei vincitori, uscirà il nome del nuovo senatore dello Stato. E per la prima volta da oltre trent’anni, la prospettiva di uno sfondamento dem appare più concreta grazie al tracollo di popolarità di Trump tra i latinos che rischia di vanificare anche l’aumento dello scorso anno.