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Editoriali
Modello Ruanda e “riserva di solidarietà”. C'è il nuovo Patto sui migranti
Con l'accordo trovato dai ministri dell'Interno dell'Unione europea ci sarà un'ulteriore stretta alle politiche migratorie attraverso l’esternalizzazione delle procedure di asilo e di rimpatrio. Il nuovo regolamento infatti introdurrà la possibilità per gli stati membri di creare degli “hub di rimpatrio” in paesi terzi
I ministri dell’Interno dell’Unione europea ieri hanno trovato un accordo per completare il nuovo Patto su migrazione e asilo con tre regolamenti volti a dare un’ulteriore stretta alle politiche migratorie attraverso l’esternalizzazione delle procedure di asilo e di rimpatrio. Con il nuovo regolamento rimpatri, l’Ue introduce la possibilità per gli stati membri di creare degli “hub di rimpatrio” in paesi terzi, dove inviare i migranti la cui domanda di asilo è stata rigettata. E’ ciò che conta di fare il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, con i centri in Albania, lasciati non operativi dopo che i giudici italiani ed europei ne hanno contestato la bontà giuridica. Con la revisione del concetto di paese terzo sicuro, l’Ue permetterà agli stati membri di adottare il “modello Ruanda” che il Regno Unito non è mai riuscito a realizzare: inviare i richiedenti asilo in paesi lontani.
Un terzo regolamento – sui paesi di origine sicuri – permetterà di accelerare l’entrata in vigore delle procedure di frontiera per rendere più sbrigativo il rigetto delle domande di asilo. I ministri dell’Interno hanno anche approvato la “riserva di solidarietà” per i paesi di primo ingresso in cambio del rispetto delle regole di Dublino: 21.000 ricollocamenti per Italia, Spagna, Grecia e Cipro, anche se gran parte arriverà sotto forma di “compensazioni” di migranti fuggiti in altri stati membri o aiuti finanziari. L’Italia ha concluso un accordo con la Germania: nessun ricollocamento, ma l’azzeramento delle richieste di riprendersi i cosiddetti “dublinanti”. Per Giorgia Meloni è un successo politico significativo. L’Ue fa compromessi sui suoi princìpi e si lancia in “soluzioni innovative”. Resta da vedere se funzioneranno e per quanti migranti. Lo sconto tedesco all’Italia è provvisorio: dal giugno 2026 il governo Meloni dovrà riprendersi i dublinanti, altrimenti la solidarietà non ci sarà più. Secondo gli esperti, c’è una forte probabilità che il nuovo Patto e tutto il sistema costruito attorno non reggeranno a una vera crisi migratoria.