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Editoriali

Tra afghani da rimpatriare e affari economici, il regime di Kabul trova le sue sponde 

Redazione

Ora i talebani hanno relazioni con India, Iran e Russia, che negli anni Novanta gli facevano la guerra. Ma ci sono anche alcuni paesi europei, tra cui la Germania, che hanno riaperto le relazioni per una ragione ben precisa: per il rimpatrio di afghani che vivono nei loro paesi

Che il mondo si sia ribaltato lo dimostra il fatto che i talebani, che hanno il potere in Afghanistan da quando, nel 2021, le truppe americane si sono ritirate dopo vent’anni, ora hanno relazioni con l’India, l’Iran e la Russia, che negli anni Novanta gli facevano la guerra, e sono in conflitto con il Pakistan, che è stato il loro patrono per molti anni. Naturalmente questa riabilitazione non sarebbe avvenuta senza la Cina, che non ha riconosciuto formalmente il governo dei talebani come invece ha fatto la Russia (è stato un diplomatico russo il primo ad arrivare a Kabul nel 2021), ma che l’anno scorso ha accreditato un ambasciatore del regime di Kabul a Pechino.

 

Il Financial Times ha ricostruito l’iniziativa di riabilitazione operata dalla Cina: società cinesi fanno esplorazioni per l’estrazione di oro, pietre preziose e carbone, mentre il governo di Pechino fa pressioni sulla Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale perché il regime afghano possa avere accesso a miliardi di dollari che sono congelati nelle riserve di valuta straniera. Ma non c’è soltanto l’asse antioccidentale a riabilitare i talebani. Anche alcuni paesi europei – persino la Germania che è sempre stata molto dura – hanno riaperto le relazioni con Kabul, per una ragione ben precisa: il rimpatrio di afghani che vivono nei loro paesi. C’è anche l’America: Sebastian Gorka, un consigliere per l’antiterrorismo dell’Amministrazione Trump che per decenni ha ripetuto che l’islam politico è la più grande minaccia all’occidente, ora dice che è utile collaborare con i talebani per contrastare altri gruppi terroristici: è così che ha riportato a casa uno degli ostaggi americani ancora nelle mani dei talebani. Dopo che un afghano arrivato in America con il programma di protezione per chi aveva collaborato con gli americani ha ammazzato una soldatessa della Guardia nazionale, Trump userà questo canale per cacciare via tutti gli afghani presenti in America e rispedirli in quello che chiama “il buco dell’inferno”, l’Afghanistan guidato dai talebani sempre meno isolati.

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