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Editoriali

In Polonia Nawrocki fa quello che aveva promesso: bloccare il governo Tusk

Redazione

Il presidente ha già posto il veto diciassette volte dall’inizio del suo mandato cominciato ad agosto. Il suo obiettivo è bloccare tutte le riforme del governo, favorire una crisi politica e mandare la Polonia a elezioni anticipate, così da cambiare la maggioranza

La residenza del presidente polacco che sorge a Varsavia lungo Krakowskie Przedmiescie si sta trasformando in una fabbrica di veti, o meglio, per dirla come il titolo del quotidiano polacco Gazeta Wyborcza, in un bancomat di veti, un vetomat. Il presidente Karol Nawrocki ha già posto il veto diciassette volte dall’inizio del suo mandato, cominciato il 6 agosto scorso. Nawrocki è arrivato con un obiettivo: bloccare tutte le riforme del governo, favorire una crisi politica e mandare la Polonia a elezioni anticipate, così da cambiare la maggioranza.

 

Nawrocki vuole cacciare il primo ministro Donald Tusk del partito di centrodestra Po e far in modo che il PiS, il partito che lo ha candidato, possa governare con l’estrema destra di Konfederacja. Non è un piano segreto, le intenzioni del presidente sono note e sta procedendo nel bloccare tutto il possibile. La scorsa settimana, nel mezzo dei negoziati in cui gli americani stringevano patti con i russi alle spalle degli ucraini e degli europei, la politica polacca si accapigliava attorno a una legge per vietare di tenere i cani alla catena. Nawrocki ha posto il veto e la maggioranza ha iniziato a postare su ogni social immagini di cani. La risposta è stata ironica, riproveranno a votare in Parlamento per ribaltare il veto del presidente, ma l’immagine di una Polonia che si paralizza su tutto è allarmante. Il piano di Nawrocki è difficile da scalfire, Tusk può rimanere al governo ma sapendo che non potrà portare a termine le riforme promesse. Sarà un mandato a metà, impotente, e gli elettori, che hanno dato fiducia alla rivoluzione promessa dal Po di riportare lo stato di diritto nel paese, probabilmente puniranno il partito alle prossime elezioni e non si accontenteranno di sentir parlare del vetomat di Nawrocki come scusa. All’inizio dell’invasione totale dell’Ucraina, Varsavia era emersa come una potenza in grado di guidare la solidarietà nei confronti di Kyiv e anche l’idea di un’Europa ambiziosa pronta a difendersi. Ora è ingabbiata nella sua stessa politica e, indebolita, indebolisce l’Ue.

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