Una foto di Vladimir Putin al mese. I calendari del presidente russo per il 2026
Sin dagli anni Duemila il Cremlino pubblica un ritratto di Putin per ogni stagione, in vendita sugli scaffali al costo di 3 euro: viene appeso nelle scuole, negli uffici governativi ma anche nelle case. Le foto di quest'anno e le allusioni alla guerra in Ucraina
Sugli scaffali russi sono arrivati i calendari "Putin 2026": ogni mese mostra un'immagine diversa del presidente russo, con una breve citazione dai suoi discorsi o da altre dichiarazioni pubbliche dell'anno precedente. Vengono pubblicati ogni anno dal governo russo, sin dagli anni Duemila, dipingendo il leader del Cremlino come un "uomo per tutte le stagioni" forte e poliedrico, che si dedica alla pesca, agli sport estremi e offre consigli di vita. Il successo arrivò nel 2011, quando alcune studentesse di giornalismo dell'Università statale di Mosca realizzarono un calendario in cui ognuna posava in lingerie con una frase dedicata a Putin, per i suoi 58 anni: "Tutte le donne hanno bisogno di un uomo come Putin", era la citazione di gennaio.
Nel calendario 2026, a gennaio compare a bordo di una motoslitta con addosso un parka, la citazione è: "Il confine della Russia non finisce mai", sullo sfondo di un paesaggio innevato. A febbraio ribalta un compagno di judo, con la citazione: "Sono una colomba, ma ho delle ali di ferro molto potenti". A luglio, "siede al pianoforte in abito scuro e cravatta con uno sguardo sognante, citando una canzone bolscevica sul fare le cose con le proprie mani", scrive il New York Times. Ad agosto, dice: "La mia ricetta per l'energia: dormire poco, lavorare molto e non lamentarsi".
In nessuno dei calendari compare alcun riferimento alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina nel febbraio 2022, ma alcune citazioni si avvicinano molto al tema, senza citare esplicitamente Kyiv: "Penso che la Russia sia diventata molto più forte negli ultimi due o tre anni perché stiamo diventando un paese veramente sovrano", dice il presidente in un calendario. "I calendari, iniziative commerciali di diverse case editrici, vengono venduti al dettaglio per l'equivalente di circa 3 euro ciascuno. Finiscono appesi nelle aule scolastiche, negli uffici postali e in altre strutture governative, per non parlare delle case", scrive Neil MacFarquhar sul New York Times.