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Un altro voto a Strasburgo sposta la maggioranza Ursula a destra
Il Parlamento europeo ha approvato una semplificazione della legge sulla deforestazione: popolari, conservatori e patrioti hanno votato di nuovo insieme. È la seconda volta in meno di due settimane. Tuonano socialisti e democratici: "Linea rossa invalicabile"
Al Parlamento europeo i popolari votano di nuovo con patrioti, sovranisti e conservatori. Dopo il voto del 13 novembre scorso sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale per le aziende, oggi lo schema si è ripetuto. L'Eurocamera ha approvato la semplificazione del regolamento Ue contro la deforestazione, indebolendo la legge adottata nel 2023, che era già stata oggetto di ulteriori rinvii. La posizione del Parlamento europeo è stata approvata con 402 voti a favore, 250 contrari e 8 astenuti. Il Ppe ha votato insieme a Conservatori e riformisti (ECR), Patrioti per l’Europea (PfE) ed Europa per le Nazioni Sovrane (ESN). Socialisti (S&D) e Verdi si sono smarcati, mentre i liberali di Renew si sono divisi.
L'accordo votato dall'Aula chiede il rinvio di un anno dell'entrata in vigore delle norme, dei requisiti di trasparenza ridotti per le aziende e introduce una clausola di revisione da effettuare entro il 30 aprile 2026 per ulteriori semplificazioni. Le norme a cui si fa riferimento sono state adottate dal Parlamento europeo il 19 aprile 2023, con l'obiettivo di contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità grazie alla prevenzione della deforestazione, legata al consumo di caffè, cacao, gomma, soia, carbone vegetale, legno, carta stampata e bovini.
La scorsa settimana erano saltati i tavoli negoziali sulla norma, con il Ppe che ha avanzato una serie di modifiche al testo che rispecchiassero, punto per punto, quello approvato dal Consiglio dell'Unione europea la settimana scorsa. Inutili gli appelli lanciati dai socialisti. Il Ppe – che può contare su una solida maggioranza anche tra i leader al Consiglio – ha scelto ancora lo strappo con socialisti e verdi, trovando l'appoggio delle destre.
Nonostante ciò, per i popolari il voto di oggi è "in linea con un compromesso equilibrato già concordato da 24 paesi dell'Ue" e "garantisce un'efficace prevenzione della deforestazione illegale, riducendo al contempo gli oneri inutili per operatori, agricoltori e silvicoltori".
Visto dalla destra italiana, il voto è una vittoria anche del governo Meloni. "Siamo molto soddisfatti per il voto sulla deforestazione, in linea con il lavoro che ha fatto il governo italiano, uno tra i più attivi per ottenere il rinvio dell'entrata in vigore della norma", ha commentato Carlo Fidanza, membro dell'Ecr e capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo ."Adesso ci sono altri passi importanti da fare, come riportare il buonsenso sul tema dell'automotive e del bando ai motori endotermici entro il 2035", ha aggiunto. "Siamo andati anche oltre alla maggioranza Venezuela o 'Giorgia', perché probabilmente molti liberali di Renew hanno votato come noi – ha detto invece l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Nicola Procaccini –. Questo vuole dire che il consenso sulla nostra agenda e piattaforma politica si sta allargando, a conferma bontà del lavoro che stiamo facendo al Parlamento europeo".
Durissima la reazione dei S&D, che hanno criticato "con forza" l'esito del voto odierno. Secondo il gruppo, "la posizione approvata mina l'integrità stessa della legge", poiché l'Aula ha accolto un testo che "impone una revisione anticipata della normativa prima ancora che entri in vigore", una scelta che rappresenta una "linea rossa invalicabile". La versione dei socialisti è quella di "aver proposto un compromesso costruttivo ai Popolari che includeva un'applicazione rapida delle regole per le grandi imprese, più tempo per le piccole e una valutazione parallela delle difficoltà delle Pmi. "Ma il Ppe ha respinto la nostra mano tesa", affermano in una nota.
Per l'eurodeputato e capo delegazione del Pd, Nicola Zingaretti, "questa è la conferma di quello che diciamo dal primo giorno: in questo Parlamento ci sono due maggioranze. E quindi non è vero che noi facciamo i compromessi a tutti i costi. Se non siamo d'accordo votiamo contro, come oggi". Poi l'affondo: "Non vogliamo regalare il Parlamento europeo per quattro anni a un'alleanza tra destra ed estrema destra, in alcuni casi neofascista",