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Sulla corruzione, a Zelensky si chiede un licenziamento esemplare: l'ubiquo Yermak

Kristina Berdynskykh

Il capo dell'ufficio del presidente è in sostanza il numero due dello stato e fino a poco tempo fa sembrava indispensabile. Ma tutto è cambiato dopo che la Nabu ha reso pubblici i dettagli dell'indagine sul settore energetico da cui emerge il nome di "Alì Babà"

Kyiv. Nel 2020, l’ex produttore cinematografico Andriy Yermak è diventato capo dell’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky. I suoi poteri si sono immediatamente estesi ben oltre la semplice programmazione delle riunioni del capo dello stato. Interviene nella microgestione, influenzando i ministeri, la formazione del governo, la politica estera e i negoziati. Ma soprattutto, Yermak influenza il presidente stesso, che si fida ciecamente di lui, spiegano gli esperti ucraini. In sostanza, è il numero due dello stato, il che spiega la demonizzazione della sua immagine. “Per Zelensky, è più facile costruire legami con coloro con cui si sente psicologicamente a suo agio, mentre le qualità professionali sono meno importanti”, spiega Maria Zolkina, responsabile della ricerca sulla Sicurezza regionale e i Conflitti presso la Fondazione iniziative democratiche. Nonostante la sua immagine piuttosto negativa nella società ucraina, Andriy Yermak, fino a poco tempo fa, sembrava indispensabile. Nelle sue mani si concentrano così tante questioni che trovare un sostituto equivalente è estremamente difficile.

 

Tutto con Yermak è cambiato dopo che l’Ufficio nazionale Anticorruzione dell’Ucraina (Nabu) ha reso pubblici i dettagli della sua indagine sul settore energetico. Il piano di corruzione coinvolgeva Timur Mindich, ex socio in affari del presidente. Gli investigatori hanno trascorso mesi a intercettare le conversazioni tra i sospettati, in cui menzionavano, tra le altre cose, membri del governo: la ministra dell'Energia Svitlana Hrynchuk e il ministro della Giustizia Herman Galushchenko. Zelensky ha chiesto al Parlamento di destituirli, ma il 18 novembre, la Verkhovna Rada, il parlamento dell’Ucraina, non è riuscita a farlo, poiché i deputati chiedevano una revisione del governo su larga scala, non solo due destituzioni minori. Secondo il deputato dell'opposizione Yaroslav Zheleznyak della fazione Holos, le persone coinvolte nel piano di corruzione hanno menzionato anche un certo “Alì Babà” nelle registrazioni.

 

 

Non si tratta di un riferimento al personaggio fiabesco del folklore arabo che è diventato miracolosamente ricco, ma potrebbe essere il soprannome informale di Andriy Yermak, il capo dell'ufficio presidenziale, menzionato nelle conversazioni relative all'influenza sulle forze dell'ordine. Di conseguenza, non solo gli oppositori del presidente, ma anche i membri della sua squadra ora chiedono le dimissioni di questo stretto collaboratore di Zelensky, che potrebbe essere stato a conoscenza di furti nel settore energetico. “C’è un consenso negli ambienti politici, che rappresentano sia il governo sia l’opposizione, sul fatto che Yermak debba andarsene, perché chiaramente implicato in questa vicenda”, dice Zheleznyak al Foglio. Nostre fonti nel parlamento ucraino, che hanno parlato in condizione di anonimato, affermano che tra coloro che sostengono le dimissioni di Yermak ci sono David Arakhamia, il capo della fazione Servo del Popolo, e il primo vice primo ministro Mykhailo Fedorov, responsabile della digitalizzazione del paese. “Le dimissioni di Hrynchuk e Galushchenko sono troppo poco per porre fine a questo tsunami di corruzione”, dice convinta Zolkina.

 

Ma il presidente ucraino ha davvero deciso di licenziare il suo fedele alleato? “Ci sono ancora seri dubbi al riguardo”, afferma Yaroslav Zheleznyak. Il politico dell’opposizione sostiene che Zelensky comprende la portata del problema e sa che sono necessari rapidi interventi per ripristinare la fiducia dei cittadini nel governo. La Rada oggi farà un nuovo tentativo di licenziare i ministri. “In ogni caso, l’Ucraina è sull'orlo di importanti cambiamenti di personale, anche se non riguarderanno Yermak”, dice fiducioso il parlamentare. Per ora, Zelensky è ancora in visita all'estero con il suo collaboratore. Dopo la Spagna, il presidente visiterà la Turchia e il 20, di ritorno a Kyiv, incontrerà i leader parlamentari e i membri del gruppo Servo del Popolo, dove probabilmente si discuterà del futuro di Yermak. “Sto preparando diverse iniziative legislative necessarie e decisioni fondamentali e rapide di cui il nostro paese ha bisogno”, ha annunciato sui social media.

 

Secondo il Foglio, Andriy Yermak incontrerà il Papa a Roma il 21 novembre, durante la visita discuterà della questione della deportazione dei minori nel territorio russo. La redazione ha contattato il suo ufficio stampa per un commento sulle informazioni relative alle possibili dimissioni. Non ha ancora ricevuto risposta.

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