Perché la Thailandia ha sospeso l'accordo di pace con la Cambogia
L'esplosione di una mina al confine aveva dato inizio a luglio alla guerra dei cinque giorni sul confine conteso, sempre l'esplosione di una mina nella stessa zona ha rotto i colloqui tra Bangkok e Phnom Penh. Era una delle sette guerre di cui Trump si era attestato il merito di aver posto fine
Trump aveva rivendicato il merito dell'ennesima pace mediata fra Thailandia e Cambogia a fine luglio, quando il primo ministro cambogiano Hun Manet e l'allora primo ministro ad interim thailandese Phumtham Wechayachai avevano siglato il cessate il fuoco a Putrajaya, in Malesia, alla presenza del premier malese Anwar Ibrahim e degli inviati di Stati Uniti e Cina. Gli scontri erano iniziati il 24 luglio a causa del ferimento di due soldati thailandesi, dopo l'esplosione su una mina cambogiana al confine, che aveva portato a cinque giorni di guerra, la morte di almeno 43 persone e lo sfollamento di oltre 300.000 civili che vivevano lungo il confine.
Un confine da tempo conteso a causa di una mappa del 1907, creata durante il dominio coloniale francese in Cambogia. La Cambogia utilizza ancora quella mappa, mentre la Thailandia afferma che è imprecisa e ne usa una che, a suo dire, rispecchia meglio il confine. C'entra il controllo del Preah Vihear, il "tempio maledetto" dedicato al dio Shiva e a lungo compreso in territorio thailandese: nel 1962 la Corte internazionale di giustizia lo assegnò alla Cambogia in base ai confini tracciati dai francesi, dando inizio agli scontri.
Sempre per l'esplosione di una mina che ha ferito due soldati thailandesi nella stessa zona, oggi Bangkok ha sospeso nuovamente i colloqui di pace: il nuovo primo ministro, Anutin Charnvirakul, ha detto che la Thailandia sta ancora "trattando con un avversario" e quindi "tutto deve fermarsi", a tempo indeterminato. E' quindi sospeso anche il rilascio di 18 prigionieri di guerra cambogiani previsto nell'"accordo di pace di Kuala Lumpur" firmato soltanto poche settimane fa a margine del vertice Asean, in Malesia, e la rimozione delle armi pesanti e delle mine dal confine. Per il presidente degli Stati Uniti era "una delle sette guerre" a cui aveva posto fine.