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Sull'Ucraina Schlein dovrebbe seguire i socialisti europei

Redazione

Nessun deputato europeo o nazionale del Partito democratico, tranne Luca Menisini, sarà presente fisicamente al “Summit progressista” per mostrare solidarietà a Kyiv, organizzato dal Pse. Dentro il Pd troppe poche voci isolate sono pronte a dire “whatever it takes”

 

Il gruppo dei Socialisti & Democratici e il Partito socialista europeo oggi e domani organizzano a Kyiv un “Summit progressista” per mostrare la loro solidarietà all’Ucraina nella guerra di aggressione della Russia e spingere il paese verso l’Unione europea. Ma nessun deputato europeo o nazionale del Partito democratico sarà presente fisicamente. L’unico nome italiano incluso tra i partecipanti è quello di Luca Menisini, consigliere provinciale a Lucca e presidente del gruppo del Pse nel Comitato delle regioni dell’Ue. Le assenze dicono molto sulla posizione minoritaria a cui il Pd si è condannato sull’Ucraina per le scelte di Elly Schlein e dei suoi suggeritori.

 

La famiglia del socialismo europeo riconosce pienamente la sfida esistenziale che Vladimir Putin pone per la democrazia e il modello di vita europeo, nonché il ruolo essenziale che l’Ucraina sta svolgendo per proteggerli. “Difendendo la loro libertà e democrazia, gli ucraini proteggono anche la nostra”, ha spiegato la vicepresidente del gruppo dei Socialisti & Democratici al Parlamento europeo, Kathleen Van Brempt: “Continueremo a sostenere un sostegno più efficace all’Ucraina, che difende coraggiosamente se stessa e l’Europa dalla guerra di aggressione della Russia, fino al raggiungimento di una pace giusta e duratura. A qualunque costo”. Dentro il Pd troppe poche voci isolate – come quelle dell’eurodeputata Pina Picierno o del senatore Filippo Sensi – sono pronte a dire “whatever it takes”. Nel resto d’Europa, la famiglia socialista non ha ambiguità, ripensamenti, distinguo. Vota per fornire armi offensive a Kyiv. Vota per colpire in profondità la Russia. Vota per aumentare la spesa per la difesa. Pedro Sánchez può questionare il 5 per cento alla Nato, ma non mette in dubbio la necessità dell’Europa di riarmarsi. Sempre alla ricerca di modelli esteri da cui ispirarsi, Schlein farebbe bene a guardare dentro la sua famiglia. Ha ancora un giorno per andare tra i progressisti a Kyiv.

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