il cremlino
L'erasmus dell'occupazione russa in Ucraina
Mosca incentiva gli stranieri a studiare nelle sue università in Donbas. I progetti a Luhansk con gli studenti indiani di medicina
Ogni festa studentesca dell’Università Lgmu si svolge con tre colori sullo sfondo: bianco, blu e rosso. Che sia l’apertura dell’anno accademico, la fine, una conferenza, una festa nazionale, la bandiera della Federazione russa è sempre ben esposta. La sua presenza è degna di nota perché l’acronimo Lgmu sta per Università statale di medicina San Luca di Luhansk e Luhansk è il capoluogo della regione che Mosca ha occupato e annesso illegalmente. Luhansk è ucraina, ma dell’istruzione non è rimasto più nulla di ucraino. Già nel 2014 le università statali in zone di guerra erano state spostate lontano dai combattimenti, quelle rimaste dove i gruppi sedicenti separatisti avevano iniziato a proclamare le loro repubbliche autonome al servizio di Mosca avevano perso molti studenti e avevano iniziato a funzionare come “università specchio”: istituti che mantenevano il nome che avevano prima della guerra, ma sotto l’autorità locale separatista. Oggi la Lgmu è considerata russa, Mosca ha inserito dentro alla sua Costituzione le regioni che ha occupato in Ucraina, anche quelle che non è riuscita a conquistare interamente. L’Università San Luca è rimasta l’unica di medicina a Luhansk e siccome dal 2014 ha smesso di contare numerose iscrizioni, Mosca ha scelto di importare studenti dalle università nel territorio russo. Non si tratta però soltanto di russi, ma, come ha raccontato il sito Vot Tak, la Russia ha incentivato studenti stranieri, soprattutto indiani, a trasferirsi dagli istituti nella Federazione a Luhansk, una città sotto occupazione. Nell’inchiesta, Vot Tak recupera le conversazioni apparse su alcuni canali telegram studenteschi dentro all’università: “All’incontro per le matricole ci hanno detto che avremmo avuto duecento indiani che avrebbero studiato con noi”, scrive uno studente. “Wow”, risponde un altro. “Nel nostro dormitorio il secondo piano è stato riservato a loro, due ali intere”, polemizza un terzo studente. La conversazione va avanti fra battute razziste. Vot Tak ha trovato i documenti di iscrizione di quindici studenti indiani, che sono arrivati a Luhansk tramite il gruppo Sputnik, una società di consulenza per studenti che ha sede a Krasnodar e alla quale gli indiani si rivolgono per presentare la domanda di ammissione alle università russe. Lo stesso sta accadendo all’Università di Donetsk, dove invece gli studenti arrivano soprattutto dal Pakistan. Altri paesi di provenienza sono Egitto, Yemen, Iraq, Siria, Uzbekistan, Kirghizistan, Georgia e Bielorussia. Il numero di stranieri che viene mandato nei territori occupati per studiare è in aumento e le università offrono non soltanto corsi in russo, ma anche in inglese. L’esistenza e il funzionamento di questi istituti apre a un problema di riconoscimento: sono legate alla rete universitaria russa ma si trovano in un territorio occupato. Per il Cremlino, l’ingresso degli studenti stranieri è un modo per mostrare che la legittimazione russa nelle regioni che appartengono all’Ucraina è un dato di fatto, riconosciuto già da chi accetta, oltre al pericolo di studiare in zona di guerra, anche di farlo in un’università che risponde a Mosca, anche se si trova in Ucraina.