Foto Ap, via LaPresse

tra Parigi e Pechino

La mega apertura a Parigi del negozio di Shein si porta dietro un mare di polemiche

Mauro Zanon

Il primo store permanente del gruppo cinese al BHV Marais di Parigi scatena proteste e inchieste. Attivisti e governo francese denunciano violazioni ambientali, sfruttamento del lavoro e la vendita di prodotti ritenuti pedopornografici, spingendo a valutare la sospensione del sito

C’è chi lo descrive come il nuovo tycoon in ascesa del mondo imprenditoriale francese, un piccolo Bolloré in erba, ambizioso, creativo, con interessi tentacolari e con il gusto per la provocazione. E chi invece come un megalomane, che sta spingendo troppo sull’acceleratore. Nelle ultime settimane, Frédéric Merlin, 34 anni, proprietario della Sgm (Société des grands magasins), che detiene gli iconici grandi magazzini Bhv (Bazar de l’Hôtel de Ville) a Parigi e altri centri commerciali di rilievo in giro per la Francia, è sulla bocca di tutti. Perché è l’artefice dell’accordo che ha portato Shein, il colosso cinese dell’ultra fast-fashion, a insediare il suo primo negozio permanente al mondo non in un posto qualsiasi, bensì nel cuore della capitale francese. E’ infatti al sesto piano del Bhv Marais di rue de Rivoli, la via che collega Place de la Bastille a Place de la Concorde, che Shein ha inaugurato il suo store di mille metri quadrati.

 

Sin dalle prime ore del mattino si è formata una lunga fila davanti al negozio di Shein, transennato e protetto da un cordone di poliziotti antisommossa. Alcune persone sono venute “per curiosità”, altre perché “è meno caro” rispetto alle altre aziende di fast fashion. L’inaugurazione, tuttavia, è avvenuta tra innumerevoli polemiche e proteste. Davanti allo store, decine di attivisti hanno denunciato la piattaforma cinese per le pessime condizioni di lavoro nelle fabbriche da cui provengono i suoi prodotti, il mancato rispetto delle più elementari norme ambientali, la concorrenza sleale che massacra i piccoli negozi di prossimità, ma anche la vendita di materiale pedopornografico. “Proteggete i bambini, non Shein”, si leggeva nei cartelli di alcuni manifestanti.

 

Da venerdì scorso, Shein è infatti accusata di vendere bambole con fattezze infantili con l’invito a usarle per attività sessuali. E’ stato l’ente francese antifrode a segnalare la commercializzazione delle bambole alla procura di Parigi, che ha aperto un’inchiesta. La Direzione generale francese per la concorrenza, il consumo e la lotta contro le frodi francese (Dcccrf) ha scoperto “che il sito di e-commerce Shein vendeva bambole sessuali dall’aspetto infantile”, con una descrizione e una categorizzazione sul sito, senza filtri per gli utenti minorenni, che lasciavano “pochi dubbi sulla natura pedopornografica del contenuto”. Il proprietario del Bhv, sollecitato martedì sull’affaire, ha ammesso di aver valutato l’interruzione della partnership con Shein ma di aver poi cambiato idea e di essere fiducioso sui prodotti Shein che saranno venduti nei suoi grandi magazzini. L’azienda di ultra fast-fashion cinese, che ha la sede legale a Singapore, si è detta pronta a “collaborare pienamente” con le autorità giudiziarie francesi, fornendo anche i nomi degli acquirenti delle bambole se richiesti, oltre ad annunciare lo stop delle vendite dei giocattoli controversi.

 

Il portavoce di Shein in Francia, Quentin Ruffat, ha attribuito la vendita a “un malfunzionamento dei nostri processi e della nostra governance”. Ma il governo francese ha deciso di aumentare la pressione, avviando una procedura per sospendere il sito di Shein: una mossa che è stata applaudita dalla Fédération française du prêt-à-porter féminin, in prima linea nel denunciare il modello di business del colosso cinese. Il premier, Sébastien Lecornu, darà all’ecommerce “il tempo necessario affinché dimostri che l’insieme dei suoi contenuti siano conformi alle leggi e ai regolamenti” nazionali e una prima verifica verrà fatta dai ministri nelle prossime 48 ore. La Francia ha già multato Shein tre volte nel 2025, per un totale di 191 milioni di euro. Le sanzioni sono state imposte per il mancato rispetto della normativa sui cookie online, per pubblicità ingannevole, informazioni fuorvianti e per non aver dichiarato la presenza di microfibre di plastica nei suoi prodotti. Frédéric Merlin, con il suo sorriso pubblicitario da golden boy americano, anche se è nato nella banlieue di Lione, continua a difendere la sua scelta. “Shein conta 25 milioni di clienti in Francia”, ha dichiarato su BfmTv, contrapponendo la popolarità del gigante asiatico alle lamentele dei responsabili politici e confermando che altri cinque negozi Shein apriranno prossimamente in provincia, a Angers, Digione, Grenoble, Limoges e Reims. Per Emmanuel Grégoire, candidato sindaco di Parigi per il Partito socialista, “Monsieur Merlin patteggia col diavolo offrendogli una vetrina di rispettabilità”.

Di più su questi argomenti: