L'accademica censurata dalla sua università nel Regno Unito su pressione di Pechino

Gli studi sul lavoro forzato degli uiguri nel Xinjiang di Laura Murphy erano considerati "rivoluzionari" dalla  Sheffield Hallam University. Poi qualcosa è cambiato, il suo ultimo report non è stato pubblicato e il suo lavoro sospeso

 Da anni Laura Murphy, professoressa di diritto alla Sheffield Hallam University nel Regno Unito, studia e fa ricerca sui lavori forzati nel Xinjiang, la regione in cui vivono gli uiguri, minoranza turcofona musulmana che vive nel nord-ovest della Cina brutalmente repressa da Pechino con lo scopo di "sinizzarla", cioè renderla fedele agli standard del Partito comunista cinese. Da anni viene attaccata dall'ambasciata cinese a Londra, puntando sui finanziamenti ricevuti da alcune agenzie americane come UsAid durante la sua carriera. Sin dal 2021, quando pubblicò un importante rapporto sul lavoro forzato degli uiguri nell'industria dei pannelli solari, e poi dopo la pubblicazione di quattro report sulle componenti delle automobili e del cotone prodotto in Xinjiang e acquistato in occidente, la Cina ha rinnegato le pubblicazioni accusando il centro studi di Murphy per aver "agito come veicolo di narrazioni politicizzate e basate sulla disinformazione, diffuse dalle forze anti-cinesi", disse l'ambasciata a proposito delle ricerche.

 

All'epoca il direttore dell'Helena Kennedy Centre for International Justice (HKC),  un importante  istituto di ricerca incentrato sui diritti umani che faceva capo alla sua unità e ha sede alla Sheffield Hallam, si congratulò con l'accademica per le sue ricerche, che avevano segnato un "momento eccezionale" nella storia dell'università. Ora, secondo alcuni documenti visionati da testate britanniche come Guardian e Bbc,  a fine 2024 la stessa università ha impedito la pubblicazione della sua ultima ricerca e lo scorso febbraio ha ordinato alla professoressa di interrompere i suoi studi, su pressioni di Pechino. "Il personale della Sheffield Hallam University in Cina è stato minacciato da individui, da loro descritti come appartenenti al Servizio di sicurezza nazionale cinese, che chiedevano l'interruzione della ricerca condotta a Sheffield. Inoltre, l'accesso ai siti web dell'università dalla Cina è stato bloccato, impedendogli di reclutare studenti cinesi, in una campagna di minacce e intimidazioni durata più di due anni", scrive la Bbc. I documenti, ottenuti dalla stessa Murphy, dimostrano che l'università "aveva negoziato direttamente con un servizio di intelligence straniero per barattare la mia libertà accademica con l'accesso al mercato studentesco cinese", ha detto alla Bbc. A ottobre,  dopo le minacce di azioni legali da parte di Murphy per aver violato la sua libertà accademica, l'università ha dichiarato che avrebbe revocato il divieto di lavoro  e si è scusata, ma "al momento non mi è ancora chiaro se l'università sia pronta a fornire lo stesso supporto di prima", ha detto al Guardian. La causa è ancora in corso, ma il fascicolo è arrivato all'attenzione del governo che ha dichiarato: "Qualsiasi tentativo da parte di uno stato straniero di intimidire, molestare o danneggiare individui nel Regno Unito non sarà tollerato e il governo lo ha chiarito a Pechino dopo aver appreso di questo caso".

Il governo Starmer è sotto ricatto – soprattutto economico – da parte della Cina e già da tempo la vicenda della mega ambasciata cinese progettata da Pechino nella Royal Mint Court, a due passi dalla Torre di Londra e da infrastrutture strategiche cruciali, è  un caso politico.  La decisione è stata ancora una volta rimandata al 10 dicembre.

Di più su questi argomenti: