Trump nega l'attacco al Venezuela ma avverte Maduro: “Ha i giorni contati”

Maurizio Stefanini

Mentre gli Stati Uniti intensificano le manovre nei Caraibi, il Cremlino conferma “obblighi contrattuali” con il regime di Caracas. Washington parla di missioni antidroga, ma cresce la tensione. Trump rilancia: “Interverrei piuttosto in Nigeria per difendere i cristiani perseguitati”

Donald Trump smentisce di volere fare attacchi di terra in Venezuela come anticipato da varie testate, e anzi dice che penserebbe piuttosto ad agire in Nigeria, per salvare i cristiani dalla persecuzione dei jihadisti. Però insiste che “Maduro ha i giorni contati”, intanto che la squadra navale americana in Venezuela si rafforza e i militari Usa fanno esercitazioni di sbarco a Porto Rico, anche se nel frattempo il Cremlino conferma di avere ricevuto una richiesta di aiuto dal regime di Caracas, e ammette che ci sarebbero “obbligazioni contrattuali” da rispettare.

   

È stato in una intervista concessa ieri alla Cbs che il presidente americano alla domanda se Maduro ha i giorni contati ha risposto “Direi di sì, credo di sì”, dopo che però all'altra domanda se gli Stati Uniti sarebbero entrati in guerra con il Venezuela aveva invece detto: “Ne dubito. Non credo”. Sabato c'è stato l'ultimo dei 15 attacchi statunitensi a navi nei Caraibi e nel Pacifico che erano accusate di fare narcotraffico, con un saldo di almeno 65 morti. Una operazione cominciata agli inizi di settembre. Pure sabato il Pentagono ha annunciato che i Marines avevano condotto esercitazioni di addestramento che includevano manovre di sbarco e infiltrazione sul territorio portoricano.

 
Il messaggio era accompagnato da un video che mostrava un Lcac (Landing Craft Airlift) – un hovercraft utilizzato per il trasporto di truppe, veicoli e attrezzature – mentre effettuava un atterraggio anfibio con il supporto di elicotteri da trasporto UH-1Y. Dagli elicotteri, i Marines si sono esercitati in diverse manovre, oltre a utilizzare elicotteri d'attacco Apache. Il filmato, accompagnato da una musica drammatica che ricorda il trailer di un film d'azione, mostra anche squadre di Marines a bordo di Polaris Mrzr, veicoli tattici fuoristrada progettati per terreni impegnativi, che si occupano delle posizioni di tiro e avanzano nelle successive operazioni di infiltrazione. “Le forze armate statunitensi sono schierate nei Caraibi a supporto della missione del Comando Sud, delle operazioni dirette dal Dipartimento della Guerra e delle priorità del Presidente degli Stati Uniti per contrastare il traffico di droga e proteggere la patria”, si legge nella dichiarazione rilasciata da Southcom.

 

Intanto nei Caraibi è arrivato anche l'altro incrociatore lanciamissili Uss Gettysburg, mentre ai confini col Venezuela ha messo i suoi militari in “livello di allerta uno” Trinidad e Tobago, che ha anche ridotto i permessi di lavoro per i venezuelani dell'82 per cento a causa delle tensioni con il regime di Maduro. Sempre al confine col Venezuela, il presidente della Guyana Irfaan Ali ha condannato come atto terroristico un attentato attribuito a un venezuelano che ha preso di mira una stazione di servizio Mobil a Georgetown domenica scorsa, uccidendo una bambina di sei anni e ferendone diverse altre.

 

“Siamo in contatto con i nostri amici in Venezuela”, ha dichiarato a sua volta ieri il portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov, rispondendo a un'inchiesta dell'agenzia di stampa Tass su una presunta richiesta di aiuto da parte di Nicolás Maduro al presidente russo Vladimir Putin riportata dal Washington Post. “Abbiamo diversi obblighi contrattuali”, ha aggiunto Peskov, senza però menzionare direttamente la presunta richiesta di Maduro. In effetti, a maggio Russia e Venezuela hanno firmato un accordo di partenariato strategico, durante una visita di Maduro a Mosca. Il patto non è stato pubblicato, ma si sa che amplia la cooperazione in settori quali l'energia, l'estrazione mineraria, i trasporti e le comunicazioni, nonché la sicurezza e la lotta al terrorismo e all'estremismo. È stato promulgato a ottobre da entrambe le parti dopo essere stato approvato dai parlamenti di entrambi i paesi.

 

Giorni prima, durante il suo programma settimanale “Con Maduro+” trasmesso su Venezolana de Televisión (Vtv), il presidente venezuelano aveva dichiarato: “l'alleanza storica e strategica che il presidente Putin ha firmato e che io ho firmato qui in Venezuela è per la pace, è per lo sviluppo”. Maduro ha affermato che l'accordo “non rimane teorico” né “un documento freddo”.In effetti il Venezuela acquista armi dalla Russia da quasi due decenni, e anche se sulla efficienza dei propri apparati militari ci sono forti dubbi in teoria possiederebbe le difese aeree più avanzate dell'America Latina. Maduro ha affermato pochi giorni fa che il Paese dispone di 5.000 missili a corto raggio Igla-S di fabbricazione russa schierati in “posizioni chiave della difesa aerea per garantire la pace”. Il Venezuela dispone anche di cacciabombardieri bimotore Sukhoi Su-30MK2, prodotti in Russia, che sono tra i velivoli più potenti del continente.