Il vertice fra Trump e Xi a Busan è il G2 che voleva il presidente americano

Giulia Pompili

Poco prima del vertice in Corea del Sud, Trump annuncia su Truth "la ripresa dei test nucleari". Poi annuncia una pace provvisoria con Pechino su dazi, terre rare e soia. Xi parla di “grande nave” e di amicizia fra Stati Uniti e Cina. Dialogo e rischi

Per riuscire a ospitare i due leader – il presidente americano Donald Trump in partenza, il leader cinese Xi Jinping in arrivo – il presidente sudcoreano Lee jae-myung ha messo loro a disposizione alcune sale dentro all'aeroporto internazionale di Gimhae a Busan. I giornalisti internazionali sono stati posizionati fuori dai confini dello scalo e le proteste, soprattutto quelle anti cinesi che in Corea del sud di recente si sono intensificate, sono state eliminate dalla potenziale vista di Xi Jinping.

Un incontro fantastico”, è stato il primo commento di Trump appena salito sull’Air Force One per tornare in America dopo aver incontrato la delegazione cinese in quello che ha definito ufficialmente “il G2”. “In una scala da uno a dieci, l’incontro è dodici. Sono state prese molte decisioni... e siamo giunti a una conclusione su molti punti importanti”. Trump ha anche annunciato una visita in Cina ad aprile, e che dopo Xi visiterà gli Stati Uniti.

Il presidente cinese Xi Jinping, secondo i resoconti di Xinhua, ha dichiarato che “lo sviluppo e la rinascita della Cina vanno di pari passo con la visione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di Make America Great Again”, e poi “Cina e Stati Uniti dovrebbero essere partner e amici. Questo è ciò che ci insegna la storia e ciò di cui la realtà ha bisogno”. 

L’accordo raggiunto fra i due leader, che dovrebbe essere rinnovato annualmente, prevede che la Cina ricominci ad acquistare la soia dagli agricoltori americani, limiti il flusso di fentanyl e rinvii le restrizioni all’export di terre rare. I dazi sulle importazioni cinesi saranno diminuiti dal 57 al 47 per cento. Ma restano molti misteri su quello che l’ottimismo di Trump nasconde. Anzitutto, fino a ieri il presidente americano diceva di aspettarsi un lungo dialogo, di “almeno 3-4 ore”, e invece oggi tutto si è concluso in un’ora e mezza, comprese le fotografie iniziali. Inoltre non è stato firmato nulla, c’è solo un accordo di massima su questioni puramente commerciali – segnale che Xi Jinping ha voluto semplicemente riattivare il dialogo e dare il via libera a quanto già negoziato dal segretario al Tesoro Scott Bessent e dal vicepremier cinese He Lifeng. Per molti è un sollievo: il fatto che Trump potesse discutere direttamente con Xi di alcune questioni strategiche come Taiwan – ha detto "Taiwan non è mai stata menzionata, in realtà non è stata discussa" – aveva messo in agitazione diversi funzionari a Washington.

La Cina di Xi Jinping, che ha confermato il vertice con Trump solo l’altro ieri, ha usato davanti ai giornalisti una delle frequenti metafore tipiche del linguaggio paludato del Partito: “Tu e io”, ha detto a Trump, “siamo al timone delle relazioni tra Cina e Stati Uniti. Di fronte a venti, onde e sfide, dobbiamo mantenere la rotta giusta, navigare in un mare complesso e garantire che la grande nave delle relazioni Cina-Stati Uniti proceda in modo stabile”. Ma che è normale che le due maggiori economie del mondo non siano sempre d’accordo “e che vi siano, di tanto in tanto, delle frizioni”.

Eppure poco prima di incontrare Xi Jinping, Donald Trump aveva ancora una volta rovesciato le regole della deterrenza, e su Truth Social ha scritto un messaggio che ha colto di sorpresa tutti, annunciando di aver dato “istruzione al Dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari su base paritaria”, perché sebbene l’America abbia più armi nucleari di qualunque altro paese, la Russia è la seconda “e la Cina è molto più indietro, ma sarà allo stesso livello entro cinque anni”. E a causa dei test degli altri paesi, anche l’America dovrà ricominciare. In realtà nessuna delle tre grandi potenze atomiche ha fatto testato un ordigno nucleare dal 1996, anno dell’ultimo test cinese. L’ultimo test russo risale al 1990, quello americano al 1992. Tuttavia Russia e Cina hanno continuato a sviluppare e testare i sistemi di lancio delle testate. Solo pochi giorni fa, la Russia ha affermato di aver testato con successo il siluro nucleare a propulsione Poseidon. Siegfried Hecker, ex direttore del Los Alamos National Laboratory, ha detto al New York Times che ciò di cui parla Trump non sono test di bombe atomiche: “Ci vorrebbe parecchio tempo prima che gli Stati Uniti possano effettivamente condurre un test nucleare”.

Poche ore prima dell’atteso incontro Radio Free Asia, uno dei pochi media finanziati da agenzie federali americane che era riuscito a resistere ai tagli di Trump, ha annunciato di aver messo in pausa le pubblicazioni.  

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.