la strategia del cremlino
La vera lotta di Putin contro gli americani va oltre i missili
Il viaggio in Venezuela di un aereo russo e la preparazione a Mosca dell'incontro fra Trump e Xi
Per i propagandisti dei salotti russi la guerra contro l’Ucraina è da sempre una guerra contro la Nato. Lo hanno ripetuto i Vladimir Solovev, le Olga Skabeeva, le Margarita Simonyan, presentatori e ospiti delle trasmissioni televisive che dettano ai russi la linea del Cremlino. Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, per un po’ il conflitto era diventato fra Mosca e l’Unione europea, liberando gli Stati Uniti del nuovo presidente americano dall’accusa di sostenere l’Ucraina. Da quando Trump ha imposto le sanzioni contro le due maggiori compagnie petrolifere russe, Rosneft e Lukoil, tutto è cambiato e per i funzionari del Cremlino che parlano del conflitto la dimensione è sempre più schiettamente Stati Uniti contro Russia. Mosca sta preparando una serie di risposte contro gli Stati Uniti e non sono in Ucraina, dove Mosca prosegue la sua guerra contro Kyiv indipendentemente dal ruolo degli americani. C’è un alleato che la Russia non ha mai smesso di sostenere e che negli ultimi mesi è al centro dell’attenzione e di azioni militari da parte degli Stati Uniti: il Venezuela. Il dittatore venezuelano Nicolás Maduro è un alleato di Vladimir Putin, i russi hanno interessi a Caracas e il collegamento fra i due paesi non è esente dalla collaborazione militare. Alcuni account di intelligence su fonti aperte in questi giorni hanno notato dei movimenti di aerei molto particolari che sembrerebbero indicare uno spostamento di risorse dalla Russia verso il Venezuela. Un aereo da trasporto russo è atterrato a Caracas dopo aver compiuto un volo con scali a Erevan, Algeri, Rabat, Dakar e Nouakchott. L’aereo potrebbe essere stato utilizzato sia per il trasporto di armi sia di mercenari – la presenza negli anni passati della Wagner dell’ex alleato di Putin, Evgeni Prigozhin, è stata già documentata negli anni passati. Prigozhin è stato ucciso nel 2023 dopo aver guidato la marcia dei suoi uomini verso Mosca, la Wagner si è invece trasformata ma ha perseguito gli stessi interessi, rimanendo ai servizi del Cremlino. Anche in passato, gli aerei da trasporto Il-76 sono stati usati per muovere i mercenari e seguendo il percorso dell’aereo partito il 22 ottobre e atterrato a Caracas, le indicazioni sono che al suo interno potessero trovarsi uomini o armi da destinare in Africa e in Venezuela.
Il presidente americano Donald Trump ha mostrato molti segni di frustrazione per i continui fallimenti nelle trattative con il Cremlino. In questi giorni è indaffarato in un tour asiatico che culminerà con il vertice assieme al leader cinese Xi Jinping giovedì in Corea del sud. Trump desidera parlare con Xi non soltanto di sanzioni e commercio, ma anche di Ucraina: spera di trovare nel leader cinese una voce pronta a parlare con Putin per spingerlo ad accettare un cessate il fuoco e di sedersi al tavolo dei negoziati. Partendo per Kuala Lumpur, ha commentato il test del nuovo missile a propulsione nucleare testato da Vladimir Putin in persona: “Putin dovrebbe far finire la guerra in Ucraina anziché testare missili”, ha detto il presidente americano. Il capo del Cremlino si è presentato in divisa allo show organizzato per il Burevestnik, un missile che, come spiegato dal capo di stato maggiore, Valeri Gerasimov, può rimanere in volo per molte ore e trasportare una grande quantità di testate nucleari. Quando Putin indossa la divisa ha qualche messaggio da mandare e questa volta era indirizzato agli Stati Uniti. Era a Washington che il Cremlino ci teneva a mostrare la sua arma che come molte armi russe ha un nome quasi ossimorico rispetto all’uso che dovrebbe farne l’esercito. Burevestnik è il nome dell’uccello che prevede le tempeste, la procellaria, mentre il Cremlino ha presentato il missile come la tempesta stessa, non come un suo messaggero. Il Burevestnik non è una novità assoluta nell’arsenale di Mosca e il motivo per cui Putin e Gerasimov hanno allestito il teatro dell’annuncio ora è perché questo missile sarebbe in grado di arrivare fino agli Stati Uniti. Il messaggio era tutto rivolto alla Casa Bianca, sempre meno sensibile al ribaltamento della realtà offerto dal Cremlino.
Nel fine settimana Kirill Dmitriev, capo del Fondo russo per gli investimenti all’estero, è stato negli Stati Uniti: è sanzionato e per entrare nel territorio americano ha bisogno di un permesso speciale. La sua visita precedente a Washington era stata un successo, Dmitriev aveva incontrato tutto il gotha trumpiano e fatto grandi piani di cooperazione. Questa volta si è ritrovato a offrire ai deputati americani cioccolatini incartati con le massime di Putin, è tornato senza avere nulla da annunciare e con l’accusa di Scott Bessent, il segretario al Tesoro americano, di essere un “propagandista”. Il gioco del Cremlino inizia a funzionare meno bene con gli americani e quindi per Putin è arrivato il momento di rievocare l’idea del corpo a corpo fra Russia e Stati Uniti. Ha però fatto sapere che rimane aperto a un incontro con il capo della Casa Bianca. C’è un fatto che infastidisce Putin particolarmente e che rovescia il modo in cui finora ha cercato di condurre le trattative sull’Ucraina rendendole una questione in cui soltanto la Russia potesse avere voce in capitolo e Kyiv dovesse soltanto subire: giovedì, Trump parlerà con Xi della guerra, senza Putin al tavolo.