
Bombe e reazioni
Trump sanziona i colossi petroliferi di Putin
"La mancanza di un impegno serio nel processo di pace" da parte della Russia ha portato il dipartimento del Tesoro americano a sanzionare Lukoil e Rosneft: è la prima volta che l'Amministrazione Trump introduce sanzioni. Anche il vertice di Budapest tra Trump e il presidente russo Putin è stato sospeso. Un altro attacco russo nella notte
Chissà se è una questione di pazienza, di esasperazione o di suscettibilità, ma il presidente americano Donald Trump si è già scocciato del balletto diplomatico di Vladimir Putin e ha annunciato le tanto attese sanzioni contro la Russia così come ha detto che il vertice di Budapest, il bilaterale che esclude europei e ucraini, non è al momento nei piani del presidente americano.
Il dipartimento del Tesoro ha citato “la mancanza di un impegno serio nel processo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina” nella dichiarazione che annunciava le sanzioni a Lukoil e Rosneft, i colossi petroliferi russi: è la prima volta da quando si è insediata che questa Amministrazione Trump introduce nuove misure sanzionatorie contro la Russia. Le compagnie russe saranno escluse dai sistemi bancari e dagli istituti finanziari americani, cioè non potranno operare in dollari, e chi violerà l'esclusione, compresi gli istituti finanziari stranieri, saranno soggetti a sanzioni. “Si tratta di sanzioni enormi. Si tratta di cifre molto importanti”, ha detto Trump nello Studio ovale durante un incontro con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, che aveva organizzato all'ultimo minuto una visita alla Casa Bianca dopo questa ultima settimana in cui è sembrato che il sostegno americano all'Ucraina precipitasse un'altra volta. Le sanzioni “sono contro le loro due grandi compagnie petrolifere – ha detto Trump - E speriamo che non resteranno in vigore a lungo. Ci auguriamo che la guerra venga risolta”.
Anche l'incontro a Budapest con Putin sembra a questo punto inutile, mentre la sveglia sulle sanzioni è suonata non soltanto con Lukoil e Rosneft – che erano state sanzionate la scorsa settimana dal Regno Unito e l'Amministrazione Trump chiede all'Unione europea “di seguire” - ma anche riguardo alla legge bipartisan che langue al Senato da mesi nonostante fosse stata presentata da repubblicani e democratici assieme e avesse il sostegno di oltre 80 senatori, una cosa che al Senato americano non accade più. Oggi rientra in aula questo testo che prevede le sanzioni secondarie, cioè colpisce i paesi che sostengono con acquisti e vendite militari la macchina della guerra di Putin.
Nella notte, i russi hanno lanciato più di 400 droni e 28 missili. La sirena a Kyiv è suonata alle 11 di sera, le strade erano buie perché la notte precedente era stata colpita una centrale elettrica: il rumore dei generatori - “la musica di Kyiv”, la chiamano – aveva accompagnato la giornata. L'attacco aereo ha colpito molte città, in particolare Chernhiv, la regione al nord, al confine con la Bielorussia, che da lunedì combatte con il blackout e la mancanza d'acqua.