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In Francia

Sarkozy va in carcere: “Non ho paura, terrò la testa alta"

Mauro Zanon

L'ex presidente della Repubblica è entrato alla Santè per scontare una condanna a cinque anni per associazione a delinquere. Per questioni di sicurezza, resterà in isolamento in attesa del processo d'appello previsto per il 2026. Il giorno prima era stato ricevuto da Macron all'Eliseo

“Questa mattina non viene rinchiuso un ex presidente della Repubblica, ma un innocente”. Nel tragitto che lo portava da villa Montmorency, il complesso di residenze di lusso in cui abita a sud-ovest di Parigi, alla Santé, l’istituto penitenziario situato nel quartiere di Montparnasse in cui sconterà la sua pena detentiva, Nicolas Sarkozy ha pubblicato questo messaggio su X, per ribadire ancora una volta la sua innocenza nell’affaire dei presunti finanziamenti libici alla sua campagna elettorale per le presidenziali del 2007. Affaire per il quale è stato condannato lo scorso 25 settembre a cinque anni di reclusione, con l’accusa di associazione a delinquere. “Stamattina provo un dolore profondo per la Francia, umiliata dall’espressione di una vendetta che ha portato l’odio a un livello senza precedenti. Non ho dubbi, la verità trionferà. Ma il prezzo da pagare sarà stato enorme”, ha aggiunto l’ex capo dello Stato, promettendo di continuare a “denunciare questo scandalo giudiziario, questo calvario che subisco da oltre 10 anni”.

 

 

Fin dalle 8.30, gli amici e i sostenitori di una vita, aderendo all’appello del figlio 28enne Louis Sarkozy, si sono riuniti sotto casa, all’angolo tra rue Pierre-Guérin e rue de la Source, per manifestare il loro sostegno all’ex leader gollista. “Nicolas! Nicolas!”, hanno gridato, intonando a più riprese “La Marsigliese”. Sarkò è uscito dal suo domicilio alle 9.15, mano nella mano con la moglie Carla Bruni, e in meno di mezzora ha raggiunto la Santé. L’ex inquilino dell’Eliseo, nel weekend, ha dichiarato al Figaro e alla Tribune du dimanche di non aver chiesto alcun trattamento di favore per la sua permanenza dietro le sbarre e di essersi rifiutato di presentare una richiesta per una cella singola, nonostante l’amministrazione penitenziaria abbia deciso di metterlo in isolamento per garantire la sua sicurezza. Il protocollo che lo attende è dunque lo stesso riservato agli altri detenuti: una cella di undici metri quadrati, con un letto e una finestra sigillati, un piccolo televisore e un frigo su richiesta. Sarkozy non avrà invece diritto al telefono.

 

Come ogni detenuto, gli sono state prese le impronte digitali, gli è stata scattata una foto e gli è stato assegnato un numero di matricola, la sua carta d’identità interna al carcere. “È un giorno funesto per la Francia”, ha dichiarato su BfmTv uno dei suoi avvocati, Jean-Michel Darrois. Il team legale dell’ex presidente ha presentato questa mattina la richiesta di scarcerazione, che dovrà essere esaminata entro due mesi dalla Corte d’appello. In caso di rifiuto, l’ex presidente potrebbe rimanere in carcere fino al processo d’appello, previsto per il 2026. Oltre ad alcuni pull-over, perché fa freddo, e a dei tappi per le orecchie, in ragione delle urla frequenti degli altri detenuti, Sarkozy, nella sua valigia, ha infilato due libri: una biografia di Gesù scritta da Jean-Christian Petitfils e il Conte di Monte-Cristo di Alexandre Dumas. Ma non è tutto. Sarkò ha portato con sé anche carta e penna perché è deciso a scrivere un libro sulla sua detenzione: “Le mie prigioni”, in salsa sarkozysta. “La mia vita è un romanzo. La fine della storia non è ancora stata scritta”, ha detto al Figaro nel weekend.

 

L’ex capo dello Stato, alla Santé, sarà in isolamento perché la direzione del carcere non ha altri mezzi per garantire la sua sicurezza. Rimangono tuttavia alcuni interrogativi, visto che i suoi vicini saranno narcotrafficanti o aspiranti terroristi. Secondo quanto rivelato ieri dal Figaro, e confermato in seguito dal diretto interessato, il presidente Emmanuel Macron ha ricevuto Sarkozy all’Eliseo prima della sua incarcerazione. “È normale, dal punto di vista umano, ricevere uno dei miei predecessori in questo contesto”, ha confermato con sobrietà Macron a margine del suo viaggio in Slovenia. Il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, ha annunciato che visiterà Sarkozy in carcere, suscitando un’ondata di indignazione nella magistratura. “Assicurarsi della sicurezza di un ex presidente della Repubblica in carcere, fatto senza precedenti, non pregiudica in alcun modo l’indipendenza dei magistrati, ma rientra nel dovere di vigilanza che mi compete in qualità di capo dell’amministrazione”, si è difeso Darmanin.

 

Alla Tribune du dimanche, Sarkò ha dichiarato: “Non ho paura della prigione. Terrò la testa alta anche davanti alle porte della Santé”. L’ex presidente non è il primo personaggio famoso a soggiornare nel centro penitenziario parigino. Oltre a criminali emblematici come Jacques Mesrine e Albert Spaggiari, nei suoi registri figurano Alfred Dreyfus e Guillaume Apollinaire. 

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