
LaPresse
Negli Stati Uniti
A New York c'è un gran lavorìo (e inutile) per contrastare Mamdami
Il ritiro tardivo di Adams e la testardaggine di Sliwa a rimanere in corsa fanno sì che per Cuomo sia difficilissimo recuperare lo svantaggio sul candidato ufficiale del Partito democratico che continua ad avere quasi venti punti di distacco sugli avversari
A un mese dalle elezioni, la corsa a sindaco di New York continua ad avere come chiaro favorito, con quasi venti punti di distacco sugli avversari, il deputato dello stato Zohran Mamdani, candidato ufficiale del Partito democratico dopo la vittoria alle primarie, socialista, che pone come tema centrale il costo della vita sempre più alto per i cittadini. Tra le sue proposte ci sono quindi il trasporto pubblico gratis e il congelamento del prezzo degli affitti nelle abitazioni a canone agevolato. Il principale sfidante del democratico è Andrew Cuomo, ex governatore dello stato di New York, che Mamdani ha già sconfitto alle primarie e che ora si candida da indipendente, nella speranza di unire il voto dei moderati e dei conservatori.
La sua campagna elettorale ha ottenuto un’accelerazione dopo il ritiro dell’attuale sindaco Eric Adams, anch’egli candidato da indipendente, che ha affermato che alcune “forze insidiose” stanno spingendo per “un’agenda divisiva in città”, un riferimento alle politiche di sinistra di Mamdani. Nonostante questo, Adams, dopo essersi ritirato, non ha detto di voler votare per Cuomo, e anzi lo ha definito “un serpente bugiardo”. Cuomo, dopo l’uscita di scena di Adams, cerca di attirare donazioni alla sua campagna, definendosi l’unico che può sconfiggere il radicalismo di Mamdani, che definisce una “minaccia esistenziale”, una figura inesperta che ha sostenuto proposte radicali e malviste dai cittadini, come il movimento “Defund the Police”, che aveva come obiettivo togliere fondi alla polizia, e la decriminalizzazione della prostituzione.
Un tema fondamentale nelle primarie democratiche era stato il sostegno di Mamdani alla Palestina, a cui Cuomo ribatteva definendosi “il più grande alleato di Israele”: oggi il tema ha perso centralità, sia perché Mamdani ha reso meno radicale la sua posizione, godendo di un buon sostegno tra i progressisti della comunità ebraica, sia perché la questione pare abbia poca rilevanza sulle intenzioni di voto dei cittadini. Nonostante le dichiarazioni su Israele, inoltre, Cuomo fatica a ottenere consenso tra gli ebrei ortodossi, che sostenevano il sindaco Adams: questo perché durante il lockdown per la pandemia di Covid era stato molto criticato per le chiusure dei luoghi di culto, provvedimento per cui si è scusato in questi giorni.
Secondo uno stratega politico vicino ai democratici intervistato da Nbc News, Cuomo ha poche speranze di cambiare il vento che soffia a favore di Mamdani. Il nome di Adams, infatti, rimarrà sulla scheda, non essendosi ritirato in tempo, e questo genererà confusione nei cittadini. Inoltre, una minoranza forte rimane in mano al Partito repubblicano e al suo candidato, Curtis Sliwa, che secondo un sondaggio di CbsPoll e YouGov di metà settembre manterrebbe un solido 15 per cento. Sliwa, 71 anni, fondatore dei Guardian Angels, organizzazione no profit che si occupa di aumentare la sicurezza negli spazi pubblici, sta subendo pressioni da parte dei grandi donatori newyorchesi per farsi da parte: si tratta di miliardari che temono l’impatto sulla finanza delle politiche socialiste di Mamdani e vorrebbero un fronte unico di tutti i moderati a favore di Cuomo, che secondo i sondaggi è agevolmente al secondo posto. Bill Ackman, imprenditore e gestore di hedge fund, ha detto al Wall Street Journal che Sliwa dovrebbe farsi da parte “per il bene della città”. Inoltre, Sliwa, che non sostiene la politica trumpiana dell’incarcerazione di massa di migranti irregolari che non hanno commesso crimini, è stato attaccato direttamente anche dallo stesso presidente: lo ha definito “materiale non da prima tv”, senza concedergli un endorsement, nonostante sia formalmente il candidato del suo partito.
Sliwa ha impostato la sua campagna sulla sicurezza, si è definito l’unico candidato a viaggiare abitualmente in metropolitana, e ha detto che assumerebbe settemila poliziotti nuovi. Inoltre, da animalista convinto, ritiene che un modo per risolvere la piaga dei topi, che da sempre affligge la città di New York, sia quello di creare colonie di gatti randagi nei principali parchi pubblici. Il ritiro tardivo di Adams e la testardaggine di Sliwa a rimanere in corsa fanno sì che per Cuomo sia difficilissimo recuperare lo svantaggio su Mamdani.