
La Russia a secco di benzina e di soluzioni
Come fanno i droni ucraini a violare le difese di Mosca, continuando a prosciugare le raffinerie russe
Il Servizio di intelligence estero russo, Svr, ha pubblicato un comunicato in cui sostiene di aver smascherato un’operazione del ministero della Difesa ucraino in coordinamento con i servizi segreti della Polonia, per inscenare attacchi, sabotaggi, incidenti nel territorio polacco e dare poi la colpa alla Russia e alla Bielorussia.
Secondo l’Svr, il lavoro sarebbe stato affidato ai combattenti della legione “Libertà alla Russia” e al battaglione Kalinouski, formati da russi e bielorussi che combattono con Kyiv. La ricostruzione dei servizi di Mosca è stata smentita, polacchi e ucraini hanno inserito il comunicato dell’Svr nella lista delle provocazioni, come le ripetute violazioni dello spazio aereo della Nato da parte di droni e caccia di Mosca per aumentare la tensione in Europa e tentare di attribuire la responsabilità all’Ucraina. Le provocazioni russe non sono riuscite a distruggere il fronte dell’Alleanza atlantica, in cui la maggior parte dei paesi membri sono consapevoli delle intenzioni del Cremlino, della sua capacità di accusare Kyiv e delle operazioni fittizie messe in atto per spaccare il sostegno agli ucraini. I droni ucraini sono diventati una potenza in tre anni di guerra, ma non sono loro a violare lo spazio aereo dei paesi dell’Alleanza atlantica per provocare false accuse contro Mosca. I droni di Kyiv hanno delle traiettorie e degli obiettivi molto chiari e, con costanza, puntano alle raffinerie di petrolio nel territorio russo o occupato dalla Russia.
Gli attacchi sono precisi e Mosca non riesce più a nascondere la crisi del carburante che affronta ormai da mesi. I giornali russi ne parlano apertamente, il Moskovsky Komsomolets, uno dei quotidiani da monitorare per capire l’umore russo, si chiede: “Fino a quando continueremo a creare l’illusione che tutto va perfettamente e a parlare al pubblico come se fossero tutti dei bambini? Mi riferisco al petrolio o ai detriti dei droni ucraini che ‘non hanno nessun effetto sul lavoro delle raffinerie’? Soltanto dopo che Trump ha parlato dei russi in coda per la benzina, la nostra stampa ha iniziato ad ammettere il problema”. Tacere e nascondere funziona fino a un certo punto. Sono mesi che Mosca non affronta il problema e Kyiv continua a colpire. Alcune stazioni di servizio hanno chiuso perché non c’è più benzina, il divieto di esportazioni di carburante è stato esteso fino alla fine del 2025: un segnale silenzioso del fatto che il Cremlino conosce il problema, ma ancora non sa come affrontarlo, quindi non ne parla. Le regioni russe o occupate che soffrono della mancanza di carburante sono venti, vanno dall’estremo oriente del paese alla penisola che Mosca ha preso con la forza nel 2014, la Crimea. Quando l’esercito russo occupò la penisola, iniziò il disegno del Cremlino di stabilire il mondo russo, il russkij mir, nei territori dell’Ucraina, e le regioni sotto occupazioni hanno sperimentato che il russkij mir è sinonimo di carenze di tutto: dall’acqua potabile ai servizi medici, dall’elettricità al carburante. La Crimea è stata la prima delle occupazioni, dal 2014 al 2022 è stata trasformata in un enorme arsenale legato fisicamente alla Russia tramite il ponte sullo stretto di Kerch, inaugurato nel 2018, e oggi è la prima fra le oblast a sperimentare seri razionamenti di benzina: le stazioni di servizio hanno limitato la vendita a trenta litri per cliente. Dall’inizio dell’anno i prezzi del carburante sono aumentati del 40 per cento, il governo russo ha ordinato alle compagnie petrolifere di attivare le capacità di riserva e coordinare la spedizione di carburante. La Crimea è finita anche in un buco informativo: per confondere i droni ucraini e limitare l’efficacia, Mosca ha ordinato l’interruzione di internet nella penisola e anche il traffico di dati mobili è stato interrotto. I russi si aspettano spiegazioni, la stampa parla apertamente dei disagi, denuncia la fine dello “spirito dell’Alaska”, riferendosi all’incontro fra Donald Trump e Putin, che sembrava aver sancito in modo definitivo, a favore di telecamere, l’amicizia tra i due. Trump da qualche settimana parla in modo diverso della Russia, manda avanti il generale Keith Kellogg, l’inviato speciale per l’Ucraina che finora era stato sostituito da Steve Witkoff, sempre disposto a cedere alle richieste di Putin.
La Russia non ha una capacità di difesa adeguata, soprattutto contro i droni piccoli che volano a bassa quota, come quelli che gli ucraini hanno fabbricato per colpire i punti deboli di Mosca. Il Cremlino è in cerca di rimedi, ma i droni di Kyiv continuano ad arrivare e a trovare le strade per bucare i sistemi di difesa.