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nel regno unito

L'attacco alla sinagoga di Manchester e l'ordinario antisemitismo che brucia lento e poi esplode

Giulio Meotti

Nel giorno di Yom Kippur un terrorista ha colpito i fedeli ebrei. Starmer: “Atto orribile nel giorno più sacro”. L'antisemitismo in Inghilterra cresce: dopo il 7 ottobre gli episodi sono aumentati del 589 per cento

Sette minuti di orrore. Il terrorista si è scagliato contro le sue vittime nel giorno più sacro per gli ebrei, Yom Kippur. Prima con un’automobile davanti alla sinagoga di Middleton Road, a Manchester. Poi è sceso, indossando una cintura esplosiva (poi risultata “non utilizzabile”), e ha iniziato ad accoltellare gli ebrei. Due i morti nell’attentato nel nord dell’Inghilterra, tre i feriti in fin di vita. Senza il coraggio delle guardie a protezione della sinagoga sarebbe stato un massacro con molte più vittime (la sinagoga era piena per la preghiera del mattino, la shacharit). Arresti sono stati compiuti dalla polizia inglese. Il primo ministro, Keir Starmer, ha lasciato in anticipo il vertice europeo di Copenaghen per rientrare nel Regno Unito: “Sono sconvolto per l’attacco e il fatto che sia avvenuto proprio durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro  ebraico, lo rende ancora più orribile”. La Gran Bretagna raggiunge la Francia e il Belgio fra le nazioni in cui gli ebrei vengono assassinati nelle loro scuole, supermercati, musei e luoghi di culto.

Abbiamo assistito a un aumento del 589 per cento degli episodi antisemiti in Inghilterra in seguito alle atrocità di Hamas del 7 ottobre. In 58 attacchi sono stati lanciati sassi, mattoni, bottiglie o altri oggetti, in 53 gli ebrei sono stati presi a pugni o calci, in 15 casi la vittima è stata spogliata degli abiti o paramenti religiosi, in 13 casi sono state utilizzate sbarre di metallo o altre armi, in dieci armi da fuoco finte e in altri dieci dei veicoli sono stati guidati con l’intento di ferire i pedoni. Ci sono stati 204 casi di odio antiebraico che hanno colpito le sinagoghe e le persone che viaggiavano da o verso i luoghi di culto, con un aumento del 143 per cento. 

A febbraio, un ebreo ha perso un occhio fuori da una sinagoga a Manchester. Secondo la Campaign Against Antisemitism, nel 2024 a Manchester sono stati segnalati 480 episodi antisemiti.

Oggi, l’odio è passato allo stadio successivo, stile Tolosa 2012 e Bruxelles 2014, e il governo Starmer ha ordinato massima sicurezza attorno alle sinagoghe di tutto il paese (è inglese la seconda più grande comunità ebraica d’Europa dopo quella francese). Scopriremo presto, forse, cosa passava per la mente del terrorista mentre infliggeva una tale crudeltà ai pacifici ebrei di Manchester. Ma una cosa che sappiamo già è che l’antisemitismo brucia lentamente, cova, ribolle, si diffonde, a volte impercettibilmente, prima di esplodere in atti di vera e propria barbarie. Si inizia con il cartello fuori da una osteria napoletana (“vietato l’ingresso agli israeliani”) per finire con  quello della pizzeria tedesca (“vietato l’ingresso agli ebrei”). Poi si passa da inneggiare alla “resistenza” di chi uccide ebrei nelle sinagoghe di Gerusalemme a chi fa strage in quelle di Manchester. E ora il quindici per cento degli italiani ritiene che gli attacchi fisici contro gli ebrei siano “del tutto o abbastanza giustificabili”, secondo un sondaggio pubblicato il 30 settembre dall’istituto di sondaggi Swg. Chi semina genocidio raccoglie pogrom.
Se gli ebrei non sono al sicuro neanche nell’unico paese europeo che non ha avuto i treni per Auschwitz, i rastrellamenti delle SS, le sinagoghe incendiate e i ghetti con la stella gialla, dove possono esserlo? 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.