Foto di Sean Kilpatrick per The Canadian Press, via Ap

editoriali

Zelensky e Sharaa uniti (con riserva)

Redazione

 L’incontro a New York e i dossier in comune. Ma la Siria parla ancora con Vladimir Putin

Siria e Ucraina hanno riallacciato le relazioni diplomatiche con un incontro ufficiale a New York fra Ahmad al Sharaa e Volodymyr Zelensky. I rapporti tra i due paesi erano interrotti dal 2022, quando l’allora dittatore siriano, Bashar al Assad, aveva riconosciuto l’indipendenza delle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk occupate dai russi. Dopo la caduta di Assad, Kyiv era stata tra le prime a dimostrare solidarietà alle nuove autorità siriane, offrendo aiuti umanitari e l’invio di un carico di grano, di cui la Siria ha un ingente bisogno. Seppur non sia mai stata confermata, nei mesi precedenti alla caduta del regime di Damasco si era parlato di una stretta collaborazione fra l’intelligence ucraina e i ribelli siriani, soprattutto a Idlib, culla dell’avanzata di Sharaa. L’incontro di New York riallinea dalla stessa parte due paesi che hanno molto da offrire l’uno all’altro.

Per la Siria, l’Ucraina è un investitore in più, capace di investire nel paese che si sta faticosamente riaffacciando al commercio mondiale dopo anni di chiusura e sanzioni. Soprattutto, Kyiv potrebbe essere il fornitore privilegiato di grano per tentare di abbassare i prezzi del pane, ancora molto alti. D’altra parte, agli occhi di Zelensky, Sharaa è il volto di chi è riuscito a liberarsi dal giogo della Russia, alleata del regime di Assad. Per il presidente, la sconfitta di Vladimir Putin in Ucraina va di pari passo con l’erosione della presenza strategica dei russi ovunque, anche in Siria, Sahel e Africa del nord. Ma la cautela è d’obbligo. L’assunto che Siria e Ucraina hanno nella Russia un nemico in comune deve essere sfumato leggermente, almeno se si legge nella prospettiva di Sharaa.

Lo scorso 18 settembre, il ministro della Difesa siriano, Murhaf Abu Qasra, ha incontrato a Damasco l’attaché militare russo in Siria, colonnello Andrei Badrodinov “per discutere di questioni di mutuo interesse”. Tra queste, c’è  l’investimento che Mosca intende fare, come confermato dieci giorni fa dal viceministro della Difesa russo Timur Ivanov, per costruire un cantiere navale e ingrandire il porto di Tartus. Per Sharaa, la Russia non è l’Iran e trattare con Putin non è mai stato un tabù.

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