
La sicurezza di tutti
La pace si ottiene con le armi, e con gli amici, dice Zelensky
All’Onu il presidente ucraino dice che le istituzioni internazionali non fanno finire le guerre, mette a disposizione di tutti quel che il suo paese ha imparato difendendoci tutti, ma la vittoria e la sicurezza dipendono da tutti noi. Poi ringrazia Trump, ma pochi credono alla "svolta" del presidente americano
Solo le armi determinano chi sopravvive, ha detto Volodymyr Zelensky nel suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu, le armi e gli amici che hai, tutto il resto si è rivelato inefficace: le Nazioni Unite non fermano le guerre, il diritto internazionale non ferma le guerre, nemmeno un’alleanza come la Nato ferma le guerre: vogliamo vivere in pace, ha detto il presidente ucraino, e per questo dobbiamo avere le armi migliori.
Se negli scorsi anni, dopo l’invasione su grande scala della Russia in Ucraina, Zelensky aveva fatto appello ai partner occidentali per avere armi e sostegno, quest’anno ha voluto dire che l’Ucraina è soltanto la prima a essere attaccata: la Russia sta espandendo la sua guerra, con i droni lanciati nei paesi della Nato – ieri anche la Germania ha detto che i Mig russi hanno sorvolato le sue navi nel Mar Baltico – e con le sue campagne d’ingerenza, come in Moldavia, dove si vota domenica e “l’Europa non può permettersi di perderla”. Ha citato la Georgia, che protesta da 301 giorni contro un governo che dipende dalla Russia; ha citato la Bielorussia, un regime anch’esso dipendente dalla Russia e ha detto: non si è riusciti a proteggere i popoli di questi paesi. Così come non è accaduto in Sudan o in Somalia – e nemmeno gli ostaggi di Israele presi da Hamas sono tornati a casa. Armi e amici possono fare la differenza, ha ripetuto Zelensky, ma se per le armi l’Ucraina ha potuto fare da sola – è pronta a esportare i suoi droni, ad aiutare i paesi della Nato a difendersi dai droni russi – per quel che riguarda gli amici, gli alleati, “dipende da voi”, cioè da noi, dalla nostra consapevolezza – e tre anni e mezzo di aggressione russa sempre più intensa, violenta e sprezzante sono sufficienti – sulla minaccia globale rappresentata da Vladimir Putin.
Il presidente ucraino ha ringraziato Donald Trump e l’incontro proficuo di due giorni fa, quello che ha determinato la cosiddetta “svolta” del presidente americano, che ha detto che l’Ucraina può vincere contro Mosca e tornare alla sua “forma originaria”, cioè recuperare l’integrità territoriale violata, che la Russia è una “tigre di carta” (i russi si sono molto offesi) la cui economia può collassare in un attimo se si smette di acquistare le sue risorse. Nessuno crede alla svolta del più altalenante e ambiguo dei presidenti americani, ma Zelensky ringrazia, come sempre, e rilancia: fermare la Russia oggi è molto più economico di dover continuare a costruire rifugi, proteggere le scuole, gli ospedali, i porti, i campi, e la sicurezza deve essere un “diritto di tutti, non un privilegio di pochi”.
Se si ferma la Russia, dice il presidente ucraino, si ferma questa devastante corsa alle armi, e l’Ucraina è pronta a fare la sua parte, per sé stessa e per i suoi alleati, condividendo tutto quello che ha imparato, ma la pace dipende da tutti noi, dalle armi e dagli amici.