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il vertice venerdì
Lezioni ucraine per proteggere i cieli europei dai droni russi
Alla riunione per lo scudo antidrone europeo Kyiv avrà molto da insegnare agli europei. Che cosa ci insegna il famigerato Forpost russo abbattuto ieri da Kyiv
È prevista per venerdì prossimo la prima riunione a livello di ministri della Difesa sull’ipotesi di un “muro anti droni” lungo il confine orientale dell’Unione europea, un progetto che è stato accelerato dalle recenti incursioni di velivoli russi in Polonia e in Romania e dalla provocazione del 19 settembre scorso dei Mig russi nello spazio aereo estone. L’iniziativa è stata lanciata dal Commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, e riunirà sette stati membri dell’Ue: Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Polonia, Romania e Bulgaria. Ieri il portavoce della Commissione europea, Thomas Rainier, ha confermato durante il briefing con i giornalisti che due paesi confinanti con l’Ucraina non sono stati invitati alla discussione: Slovacchia e Ungheria, ormai troppo vicini alla Russia (e alla Cina) per essere considerati partner affidabili quando si parla di attuare concrete misure di Difesa per l’Europa. Al tavolo ci sarà invece il ministro della Difesa ucraina Denys Shmyhal e il suo team, in un ruolo che secondo molti osservatori si è ormai ufficialmente trasformato.
Kyiv non è più solo richiedente, ma un attore che può offrire insegnamenti fondamentali agli europei su come difendersi.
La guerra ibrida che il Cremlino sta portando avanti sul fianco est della Nato, con un’intensificazione delle incursioni, serve a testare le risposte dell’Europa, sia in termini di prontezza della difesa sia politiche – è successo anche domenica scorsa, quando la Germania ha intercettato un aereo da ricognizione russo Il-20M che mentre volava sul Mar Baltico aveva spento i transponder e ignorato le comunicazioni via radio. Ma è il tema dei droni e di un eventuale sciame che vìola lo spazio aereo europeo che resta di prioritaria importanza per la Difesa collettiva: la Nato ha attive diverse missioni di controllo dello spazio aereo, si addestra da anni a intercettare eventuali incursioni di jet e missili, ma sui droni la difesa è quasi del tutto scoperta. L’Ucraina ha imparato e continua a imparare come mettere in sicurezza i propri cieli dagli attacchi low cost della Russia.
Nella notte tra domenica e le prime ore di ieri le Forze armate russe hanno lanciato l’ennesima offensiva violenta contro alcune città ucraine: Zaporizhzhia è stata colpita da almeno dieci bombe in aree civili – che hanno fatto almeno tre morti – ma sono state colpite anche “Donetsk, Dnipro, Sumy, Kiev, Kharkiv e Kherson. In totale oltre 140 droni, alcuni dei quali erano Shahed. A Sumy sono stati danneggiati un’azienda che produce pane, una scuola e un asilo”, ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui suoi social network. Il martellamento dei bombardamenti non ferma la difesa ucraina sempre più creativa e capace di adattarsi alle nuove minacce.
Ieri la famosa 95ª brigata d’assalto aereo “Polesia” delle Forze armate ucraine ha fatto sapere di aver abbattuto un drone russo Forpost, uno dei fiori all’occhiello della macchina della guerra del Cremlino con un costo stimato di circa 7 milioni di dollari. Secondo gli esperti di tattiche militari, il fatto che l’Ucraina sia in grado di abbattere un drone sofisticato usato per sorvegliare e per sganciare bombe significa che la capacità di controffensiva ucraina è notevolmente cambiata. Ieri lo Stato maggiore ucraino ha confermato al Kyiv Independent che le Forze ucraine tra agosto e settembre hanno colpito diversi depositi di munizioni e droni russi nelle aree occupate dell’Ucraina – il 29 agosto scorso per esempio, quando il bluff diplomatico di Putin con il presidente americano Donald Trump in Alaska era già sufficientemente chiaro, Kyiv ha distrutto un importante centro di distribuzione di droni nella regione occupata di Donetsk, eliminando circa 19 mila velivoli senza pilota che Mosca stava tentando di smistare.
Le lezioni che l’Ucraina può dare ai paesi del fianco est della Nato – e all’Europa – per intercettare e difendersi da eventuali sciami di droni sono tantissime, e non riguardano soltanto le tattiche militari. La Germania starebbe aggiornando i suoi piani medici in caso di guerra, modificando i protocolli secondo le lezioni imparate da Kyiv. Il colonnello Ralf Hoffmann, capo del servizio medico delle Forze armate tedesche, ha detto ieri a Reuters che stanno pianificando come curare fino a mille soldati feriti al giorno in caso di un conflitto su larga scala: “La natura della guerra è cambiata radicalmente in Ucraina”, e si è passati dalle ferite da arma da fuoco alle ferite da esplosione e alle ustioni causate dai velivoli senza pilota. Lezioni essenziali per prepararsi al peggio, sperando nel meglio, e che arrivano dal paese che da più di tre anni resiste e combatte anche perché il conflitto non si allarghi.