
LaPresse
Cortocircuiti
I complotti su Israele spezzano il cordoglio compatto dei Maga per Charlie Kirk
L'influencer era un "sostenitore del genocidio di Gaza" o era critico sulla condotta di guerra dello stato ebraico? L'universo trumpiano con il suo spostamento verso l’estrema destra sta facendo proprie molte delle ragioni di quei militanti pro Pal che a parole sostiene di voler cacciare dai campus universitari
All’indomani dell’assassinio di Charlie Kirk, qualche sparuto commentatore filopalestinese ha esultato perché sarebbe morto anche un “sostenitore del genocidio di Gaza”. A sorpresa, invece, dopo la sua morte sono emerse alcune sue posizioni critiche sulla condotta di guerra dello stato ebraico nel conflitto contro Hamas. Molti esponenti della destra di stretta osservanza trumpiana hanno cominciato a suggerire che proprio Israele fosse un tema sul quale Kirk sarebbe diventato inviso al governo di Bibi Netanyahu. La prima persona a lanciare questa tesi (al netto di una miriade di influencer semisconosciuti dai chiari tratti antisemiti) è stata Candace Owens, forse la più estrema tra le celebrità trumpiane. Afroamericana di estrema destra e nota per aver diffuso bizzarre teorie cospirazioniste, Owens può vantare una certa amicizia e vicinanza con Kirk, testimoniata da numerose foto che li ritraggono insieme.
Per questa credibilità, quindi, in una puntata del suo podcast uscita lunedì 15 settembre, ecco l’ipotesi shock: Bill Ackman, donatore del mondo Maga noto per le sue posizioni filoisraeliane, avrebbe invitato Kirk a un evento privato agli Hamptons, enclave di villeggiatura per superricchi nello stato di New York. Nonostante l’offerta economica notevole per tenere un discorso, Kirk avrebbe rifiutato l’offerta e secondo Owens “era prossimo a cambiare posizione sul tema”. Nessuna prova su questo, se non per strizzare l’occhio ai più estremi dei suoi fan che già le rispondono sui social che Kirk è stato ucciso dal Mossad.
Non sarebbe un gran problema, la voce di Owens, proprio per il suo estremismo che pure non le impedisce di essere una presenza fissa ai raduni del Cpac, la principale organizzazione della destra repubblicana, un tempo reaganiana, oggi pienamente trumpizzata. A fare seguito alle sue affermazioni c’è stata un’altra voce di questa destra trumpiana dissonante: l’ex anchorman di Fox News Tucker Carlson che negli ultimi mesi ha assunto posizioni dure contro Israele che ha riferito di quanto Kirk fosse tormentato da alcuni sostenitori della sua organizzazione Turning Point Usa affinché assumesse posizioni più vicine al governo israeliano. Non solo: pur amando Israele e gli ebrei, Kirk riteneva che Netanyahu fosse una forza distruttiva nel mondo. E infine è arrivato l’intervento della deputata Marjorie Taylor Greene, ultratrumpiana diventata forse la voce più critica di Israele nelle fila repubblicane, che ha detto che Kirk era a favore dell’introduzione dell’Aipac, la principale lobby filoisraeliana, nell’elenco degli agenti stranieri, rincarando che Israele sta “uccidendo bambini innocenti, cristiani e civili”.
Alcuni degli interessati hanno reagito in modo diretto: Ackman ha respinto le accuse, diffondendo uno scambio privato di messaggi, per dimostrare che il tono è stato cordiale e senza alcuna pressione. Nella giornata di mercoledì, invece, il senatore texano Ted Cruz, che già si è scontrato con Carlson in merito all’attacco all’Iran di giugno, ha puntato il dito contro “Tucker e i suoi seguaci” che cercano di affermare che il problema dell’America sarebbero “quei dannati ebrei”. Cruz invece ricorda che Kirk si era detto preoccupato per la crescente ondata di antisemitismo. Questo scontro testimonia come ormai il mondo Maga, con il suo spostamento verso l’estrema destra sta facendo proprie molte delle ragioni, a volte inasprendo persino i toni di quei militanti propal che a parole sostiene di voler cacciare dai campus universitari.