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In Argentina

Milei presenta il Bilancio 2026: disciplina fiscale ma aumenti per pensioni, sanità e istruzione

Esteban Monte

Il presidente argentino prova a tenere insieme due aspetti apparentemente incompatibili: l'avanzo di bilancio e l'aumento della spesa sociale. Per ottenere l'appoggio del Parlamento dovrà consolidare il suo sostegno politico attraverso le elezioni legislative del 26 ottobre
 

In un messaggio alla nazione, il presidente dell'Argentina Javier Milei ha presentato le linee guida principali del Bilancio 2026, con cui intende arrivare alle elezioni legislative del 26 ottobre ribadendo la disciplina fiscale ma includendo aumenti nelle voci sociali chiave. È il tentativo del governo, dopo la pesante e inaspettata sconfitta nelle elezioni della provincia di Buenos Aires del 7 settembre, di tenere insieme due cose apparentemente incompatibili: l'avanzo di bilancio e l'aumento della spesa sociale. Milei ha difeso l’equilibrio dei conti pubblici come “la pietra angolare del nostro piano di governo e un principio non negoziabile”, pur riconoscendo che l’avanzo primario non sarà più del 2,2 per cento del pil, come previsto dall’accordo con il Fmi, ma dell’1,5 per cento, in linea con quanto stimato per il 2025.

 

Con questo avanzo primario, il governo si attende anche un surplus di bilancio (al lordo della spesa per interessi) dello 0,3 per cento del pil, mantenendo comunque la spesa pubblica più bassa in rapporto al pil degli ultimi 30 anni, addirittura inferiore a quella consolidata di province e comuni. Milei ha insistito che non ci sarà finanziamento monetario del Tesoro da parte della Banca Centrale, il meccanismo che durante governo precedente ha portato l'inflazione nel 2023 al 211 per cento (livello record dall'iperinflazione di fine anni Ottanta): il governo ha introdotto una regola di stabilità fiscale che obbliga ad aggiustare entrate o uscite in caso di deviazioni dalle previsioni. L'equilibrio fiscale è destinato a restare, è insomma il messaggio di Milei. 

 

L’annuncio, dal tono più moderato rispetto ad altre occasioni, ha incluso un riconoscimento del malessere di ampi settori della popolazione. “Sappiamo che molti ancora non lo percepiscono nella loro realtà materiale”, ha ammesso il presidente parlando del successo del governo nel porre rimedio a un'eredità macroeconomica disastrosa, e pertanto ha promesso miglioramenti in aree sensibili. Il bilancio prevede aumenti reali delle pensioni del 5 per cento, della spesa sanitaria del 17 per cento, dell’istruzione dell’8 per cento e della spesa per la disabilità del 5 per cento: “Se il bilancio è il piano del governo e l'85 per cento di questo bilancio sarà destinato all'istruzione, alla sanità e alle pensioni, ciò significa che la priorità di questo governo è il capitale umano”, ha detto Milei. Inoltre, è stato annunciato un regime per cancellare i debiti reciproci con le province e la possibilità di finanziare opere infrastrutturali, segnali che mirano a migliorare i rapporti con i governatori e facilitare l’approvazione da parte del Parlamento dove il partito di Milei è in minoranza.

 

I mercati, tuttavia, hanno accolto il piano con una certa cautela. Gli analisti avvertono che le proiezioni ufficiali, che prevedono una crescita economica del 5 per cento e un’inflazione del 10,1 per cento nel 2026, appaiono troppo ottimistiche e potrebbero mettere in discussione la sostenibilità degli aumenti della spesa sociale se le entrate fiscali non dovessero accompagnarle. Nei titoli sovrani e aziendali persistono tassi di rendimento molto elevati, a testimonianza della sfiducia degli investitori e dell’incertezza politica alla vigilia delle elezioni. D'altronde lo stesso Milei ad agosto ha messo il veto sulle leggi per le pensioni e Ia disabilità, dicendo che l'aumento della spesa avrebbe compromesso l'avanzo di bilancio che è la pietra angolare del programma di stabilizzazione macroeconomica. 

 

La domanda che ora si apre è se il governo riuscirà a ottenere l'appoggio necessario per approvare il Bilancio in Parlamento. I segnali verso i governatori e la riallocazione delle risorse verso settori sensibili fanno parte di questa strategia, ma resta vivo il ricordo dei veti presidenziali che hanno bloccato varie leggi nel 2024 e 2025. L’esito elettorale di ottobre sarà determinante: se Milei riuscirà a consolidare il sostegno politico nel paese e nel Parlamento, potrà rilanciare le riforme strutturali rimaste in sospeso. In caso contrario, il margine di manovra sarà limitato al mantenimento dell’ordine fiscale in un contesto di maggiore sfiducia internazionale.

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