
i confini europei
Droni contro la Nato. La guerra di Putin contro le nostre difese
Dalla Polonia alla Romania, il test più difficile per l’Alleanza atlantica. Tra la sera di lunedì e la mattina di ieri la Russia ha lanciato contro l’Ucraina circa 113 droni d’attacco, Kyiv ne ha abbattuto quasi novanta, ma solo a Kharkiv sono morte quattro persone
Ieri i servizi di sicurezza polacchi hanno fatto sapere di aver “neutralizzato” un drone mentre sorvolava siti governativi sensibili a Varsavia, tra cui il Belweder Palace, residenza ufficiale del presidente Karol Nawrocki. Nell’area è proibito far volare droni, e il premier polacco Donald Tusk ha confermato ieri l’arresto di due cittadini bielorussi proprietari del piccolo velivolo senza pilota, ora entrambi sotto indagine. Di per sé difficile pensare che il drone rappresentasse una minaccia reale – non è stato abbattuto ma semplicemente disattivato – ma la notizia è servita al governo polacco a mostrarsi forte e pronto a “neutralizzare” qualunque minaccia, nel momento più delicato degli ultimi tre anni di guerra della Russia contro l’Ucraina, per la Polonia, per l’Unione europea e per la Nato. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista a Sky News, ha detto ieri che la Russia di Vladimir Putin “sta mettendo alla prova la Nato”, perché “vuole capire a cosa sia pronta l’Alleanza, quali siano le sue capacità, sia sul piano diplomatico sia su quello politico, e come reagirà la popolazione locale”. Inoltre, ha aggiunto Zelensky, “a mio avviso, l’altro messaggio che vogliono mandare è: non vi azzardate a fornire altri sistemi di difesa aerea all’Ucraina, perché potreste averne bisogno voi stessi”. Gli ultimi paesi a fornire sostegno alla nuova missione “Sentinella dell’est”, lanciata dalla Nato per proteggere i cieli del fianco orientale, sono stati l’Italia e il Regno Unito: l’altro ieri il governo di Londra ha confermato che i Typhoon della Royal Air Force “si uniranno alle forze alleate, tra cui Danimarca, Francia e Germania, per rafforzare la difesa e la deterrenza della Nato”. L’accelerazione avviene dopo quella che il governo britannico ha definito “un’incursione spericolata e pericolosa da parte di droni russi nello spazio aereo sovrano della Polonia – la più significativa violazione dello spazio aereo Nato da parte del presidente Putin fino a oggi”, e che è perfino proseguita.
Sabato scorso la Romania ha denunciato la decima incursione di un drone russo nel proprio spazio aereo dal 2022. Secondo il ministero della Difesa di Bucarest, i caccia romeni hanno seguito il drone russo fino a quando non si è allontanato dai radar, senza abbatterlo dunque, ma si tratta dell’ennesimo test da parte del Cremlino che vuole fiaccare le difese dei paesi del fianco orientale della Nato fino all’incidente, o al raggiungimento di una nuova normalità. La guerra dei droni è solo un pezzo della guerra ibrida che la Russia sta portando avanti contro l’Europa, e che rende le parole di qualche giorno fa del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov – “la Nato è già de facto in guerra con la Russia” – non una frase da propaganda russa, per aumentare il terrore fra i cittadini europei, ma una realtà di fatto.
Kyiv sa perfettamente di cosa si parla: tra la sera di lunedì e la mattina di ieri la Russia ha lanciato contro l’Ucraina circa 113 droni d’attacco “di tipo Shahed, Gerbera e altri tipi dalle direzioni di Kursk, Bryansk, Millerovo e Primorsko-Akhtarsk”, si legge nel bollettino della Difesa ucraina, che ha annunciato di aver “abbattuto o soppresso 89 droni”. Circa 22 avrebbero invece colpito i bersagli. Solo a Kharkiv ieri sono morte quattro persone. Ma non è solo martellando l’Ucraina e provocando le difese della Nato che Mosca manda i suoi messaggi: ieri la Bielorussia, che con la Russia sta eseguendo le più importanti esercitazioni militari congiunte, le Zapad 2025, ha fatto sapere che i due eserciti si sono addestrati anche alla “pianificazione e la revisione dell’uso di armi nucleari non strategiche, la valutazione e il dispiegamento del sistema missilistico mobile Oreshnik”, ha detto il capo di stato maggiore delle Forze armate bielorusse, Pavel Muraveyko. “Abbiamo utilizzato velivoli senza pilota in diverse opzioni per le loro azioni. Abbiamo esaminato un’ampia gamma di moderne tecniche ibride utilizzate nelle operazioni di combattimento in aree popolate, terreni boschivi e paludosi e aree altamente urbanizzate”. Mosca e Minsk si addestrano alle prossime invasioni, e lo fanno davanti a due ufficiali militari statunitensi, invitati insieme ai rappresentanti di altri due paesi membri della Nato, Turchia e Ungheria, ad assistere a parte delle esercitazioni militari.