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Israele ha dato il via all'occupazione via terra di Gaza

Nella notte l'Idf ha intensificato i bombardamenti. Poi l'invasione con soldati e tank. Le Forze di difesa israeliane però non hanno ancora confermato l'operazione

Durante la notte tra lunedì 15 e martedì 16 settembre, le Forze di difesa israeliane hanno intensificato i bombardamenti su Gaza. Poco dopo la conclusione dei raid aerei, l'esercito israeliano ha iniziato l'invasione via terra su vasta scala di Gaza City. I tank israeliani hanno aperto la strada ai soldati che rapidamente, secondo quanto riporta il Jerusalem Post, hanno iniziato a occupare zone sempre maggiori della città. Un'operazione finale via terra che però l'Idf ancora non ha confermato. L'operazione è stata confermata a metà mattinata dal primo ministro Benjamin Netanyahu: "È iniziata una potente operazione a Gaza", ha detto poco prima di iniziarre la sua testimonianza per il processo per corruzione in corso presso il tribunale distrettuale di Tel Aviv.

     


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L'intensificazione dei bombardamenti nei giorni scorsi, che ha abbattutto tutti i palazzi più alti di Gaza city, doveva servire, secondo i vertici dell'Idf, a convincere il maggior numero di persone possibile a muoversi verso sud, come la stessa Idf aveva chiesto alla popolazione palestinese. Le stime dell'esercito però, come riporta il Jerusalem Post, attestano la presenza a Gaza City di 700 mila persone: solo 300 mila avrebbero scelto quindi di lasciare la città.

    

"Gaza sta bruciando", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz mentre il Segretario di Stato americano Marco Rubio si preparava a recarsi in Qatar, dove ha in programma di incontrare i funzionari ancora indignati per l'attacco israeliano.

  

La versione di Rubio

Il Segretario di Stato americano Marc Rubio ha assicurato a Israele il sostegno incrollabile degli Stati Uniti e ha affermato che c'è una "finestra di tempo molto breve in cui potrebbe concretizzarsi un accordo" con Hamas. Ha sottolineato che il gruppo terroristico non ha più "mesi", ma "giorni, forse qualche settimana al massimo" per giungere a un accordo di pace. Rubio ha parlato dopo aver incontrato ieri a Gerusalemme il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Alla domanda se fosse ancora possibile un'azione diplomatica, Rubio ha affermato che gli Stati Uniti vorrebbero che Hamas deponesse le armi e liberasse gli ostaggi, ma che potrebbe essere necessaria una "concisa operazione militare" per eliminare il gruppo.

Rubio ha lasciato Israele diretto in Qatar per fare pressione sullo stato del Golfo affinché continui la sua mediazione tra Israele e Hamas, dopo che la scorsa settimana Israele ha condotto attacchi contro i leader di Hamas riuniti per discutere una proposta di pace.

 

L'attacco in Qatar   

Intanto emergono nuovi dettagli sull'attacco israeliano in Qatar. Secondo quanto riporta Axios, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe informato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che Israele aveva pianificato di attaccare i leader di Hamas in Qatar prima dell'attacco della scorsa settimana, citando sette funzionari israeliani.

   

Le critiche dei familiari degli ostaggi 

Le famiglie degli ostaggi israeliani tenuti prigionieri da Hamas a Gaza si sono accampate durante la notte fuori dalla residenza ufficiale del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, per protestare contro i pesanti attacchi israeliani sulla città di Gaza. "I nostri figli sono lì, usati come scudi umani... non ce ne andremo da qui", hanno affermato le famiglie in una dichiarazione questa mattina.

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