(foto Ansa)

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Patrioti a salve: tranne Orbán e Le Pen, nessuno condanna l'attacco russo in Polonia

Francesco Gottardi

Vannacci sviolina Putin, Abascal accusa Ursula, Wilders se la prende con Tusk: per l’eurogruppo di ultradestra, di fronte ai droni russi nello spazio aereo di Varsavia, sovranismo e difesa dei confini vengono meno

Patrioti per l’Europa? Magari un’altra volta: di sicuro non quando lo spazio aereo polacco viene violato da un attacco di droni russi. Perché all’indomani dell’escalation putiniana, con Varsavia a invocare l’articolo 4 della Nato, l’eurogruppo di cui fa parte la Lega di Salvini all’improvviso tace – tranne un paio di notevoli eccezioni, poi ci torniamo. Salta il sovranismo, va in tilt la difesa della patria, di fronte alle manovre dello zar si offuscano pure i confini. Sarà la sindrome di Stoccolma (o di Mosca). Eppure, ormai a diversi giorni dall’aggressione, le dichiarazioni di solidarietà nei confronti della Polonia si contano sulla punta delle dita.

Le priorità del momento, stando a tweet e comunicati diffusi dai Patriots, sono ben altre. Primo: dare il benservito a Ursula von der Leyen, orchestrandone la caduta a suon di mozioni. Secondo, sullo slancio emotivo dell’attentato americano: martirizzare Charlie Kirk. E agenda già piena. Non c’è più spazio per una sola parola sulla Russia. A meno che non sia di stima: “Putin negli ultimi vent’anni di governo ha portato un’esplosione di benessere e ricchezza, al netto delle critiche, e gode del supporto popolare”, dice con surreale tempismo Roberto Vannacci. D’altronde, che la Lega sia in piena sintonia con la linea dell’alleanza non è più una novità. Per il generale è Ursula il grande nemico da combattere – l’aveva sottolineato anche parlando col Foglio. Dalla Spagna arriva la sponda di Santiago Abascal: “Questa Commissione alimenta il terrorismo climatico”, ribadisce il leader di Vox. E il Cremlino? Boh.

No comment pure da André Ventura in Portogallo. E così dai referenti nazionali dei patrioti in Belgio, Austria, Paesi Bassi. Dove Geert Wilders, che da un paio di mesi ha fatto cadere il governo, riesce perfino a pare peggio. Perché all’Aia, dietro le quinte la maggior parte dei partiti ha tenuto delle riunioni d’emergenza in seguito alla crisi polacca. Anche il Pvv, ma per uno scopo diametralmente opposto: il suo leader è infatti terrorizzato che la minaccia sul fronte ucraino in espansione possa distogliere l’attenzione popolare dalla questione migratoria. Senza la quale la propaganda di Wilders andrebbe in fumo. Proprio alla vigilia del ritorno alle urne. “Le dichiarazioni di Donald Tusk – che traccia l’analogia con la Seconda Guerra Mondiale – sono altamente irresponsabili”, si arrabbia infatti l’olandese. Qualcuno potrebbe creare più panico di lui, e sarebbe pure giustificato dagli eventi. Il paradosso è che perfino in Polonia i Patriots – tramite il Movimento Nazionale – se la prendono col loro primo ministro: non avrebbe preparato a dovere la difesa del Paese. “È il momento di contestualizzare questo attacco”, incalza Krzysztof Bosak. “Ovvero la mancanza di un sistema anti-drone operativo”. La colpa non diventa più dei russi, ma dei polacchi sprovveduti.

Chi dunque si discosta dal coro? Forse a sorpresa, i due pezzi da novanta della coalizione. “L’Ungheria è pienamente solidale con la Polonia dopo il recente incidente con i droni. La violazione dell’integrità territoriale della Polonia è inaccettabile”, ha scritto su X Viktor Orbán. Ed è un’uscita che fa scalpore, perché non solo il presidente è un notorio ostacolo all’europeizzazione dell’Ucraina, ma le relazioni diplomatiche polacco-ungheresi sono ridotte ai minimi termini (Varsavia ha anche ritirato il suo ambasciatore da Budapest). Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri della Polonia, ha replicato che l’Ungheria dovrebbe al contempo condannare l’aggressione russa e ritirare il veto sulla candidatura di Kyiv per aderire all’Ue. La condanna, intanto, arriva un po’ tardiva dalla Francia. “Sono un difensore della sovranità nazionale e del diritto internazionale”, ha dichiarato Marine Le Pen in diretta televisiva giovedì sera. “Se i fatti di violazione dello spazio aereo polacco da parte della Russia sono dimostrati, li condanno con la massima fermezza”. Le parole hanno un loro peso. E anche fra le ambiguità comuni all’ultradestra europea, i rappresentanti italiani si distinguono più di altri per ignavia. Patrioti a salve.

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