
Foto Ap, via LaPresse
Editoriali
Si (ri)scaldano gli anti Milei
Il presidente con la motosega non funziona abbastanza nelle realtà locali
Le azioni argentine sono crollate a Wall Street fino al 15 per cento e i bond dell’8 per cento dopo la seconda sconfitta elettorale del presidente argentino Javier Milei in una settimana. Il dato però, se non ridimensionato, andrebbe almeno inquadrato. La provincia di Buenos Aires, dove domenica si rinnovava la metà dei membri della legislatura con il voto di mezzo termine, è infatti una storica roccaforte peronista – il contrario del distretto federale di Buenos Aires città, con cui i profani spesso la confondono, e che è invece storica roccaforte antiperonista. Lì la coalizione kirchnerista Fuerza Patria ha preso il 47,2 per cento, passando da 17 deputati a 21 e da 11 senatori a 13. La Libertad Avanza del presidente Milei, con dentro candidati del partito di Macri, ha avuto il 33,75. Milei, col suo stile aggressivo, aveva promesso sfracelli, Morgan Stanley ci aveva anche creduto, e invece il governatore di Buenos Aires Axel Kicillof si rafforza ed emerge come possibile anti-Milei alle prossime presidenziali, ma alla fine il dato non dovrebbe essere più significativo che una vittoria del Pd in Emilia con un governo nazionale di destra.
Se vogliamo, era stato più disastroso per Milei il dato di una settimana prima nella provincia di Corrientes, più periferica e quindi meno notata dai media internazionali. Lì è stata una opzione centrista attorno alla storica Unione civica radicale a eleggere governatore Juan Pablo Valdés con il 52,06 per cento contro il 21,8 del kirchnerista Martín “Tincho” Ascúa. E solo quarto, con l’8,6, è arrivato il candidato di Milei. Insomma, più che la crescita di una alternativa compatta, è la conferma di potentati locali, e di una difficoltà del mileismo a radicarsi sul territorio. Il problema, per il tipo di retorica che usa il presidente argentino, rischia di essere un altro: anche queste battute d’arresto in fondo fisiologiche posso innescare una sindrome negativa, con le elezioni di metà mandato nazionali il prossimo 26 ottobre. Non a caso, Milei ha convocato il gabinetto e ha ammesso la necessità di una “autocritica”.