
Come i droni hanno cambiato la guerra in Ucraina
Oggi la Russia è in grado di lanciare in una singola notte più droni di quanti ne lanciava in un mese un anno fa grazie all'enorme produzione, non punta sulla qualità degli attacchi ma sulla quantità: il suo obiettivo è sfinire il morale degli ucraini. Il ruolo dell'AI e le armi "portapacchi" all'esercito di Kyiv in trincea
Da quando Donald Trump è arrivato alla Casa Bianca con la promessa di mettere fine alla guerra in Ucraina, Vladimir Putin ha messo a punto un'escalation contro le città e le infrastrutture civili ucraine, aumentando il numero di attacchi combinati. Utilizza fino a 500 droni Shahed a notte, lanciando anche missili balistici e da crociera, per stremare la difesa aerea ucraina. Ora la Russia è in grado di lanciare in una singola notte più droni di quanti ne lanciava in un mese un anno fa: nel giugno del 2024, la Russia aveva lanciato 332 droni, la notte del 9 luglio scorso ne ha lanciati 728. Questi attacchi si stanno intensificando anche grazie all'aumento della produzione di droni: secondo gli esperti, molti droni non sono particolarmente veloci o tecnologicamente avanzati, ma sono abbastanza economici da permettere al Cremlino di lanciarne più di 700 in una notte, nel tentativo di sopraffare le difese aeree dell'Ucraina e il morale dei civili. Dopo aver ottenuto i progetti iraniani per i droni d'attacco Shahed, la Russia ha costruito una propria fabbrica per produrne a migliaia ogni mese.
I droni Shahed
L'intelligence della Difesa ucraina ha dichiarato alla Cnn che la Russia si sta muovendo verso la produzione di oltre 6.000 droni tipo Shahed al mese: "Nel 2022, la Russia ha pagato in media 200.000 dollari per un drone di questo tipo. Nel 2025, quella cifra è scesa a circa 70.000 dollari", grazie alla produzione su larga scala presso la fabbrica di droni di Alabuga, nella regione russa del Tatarstan. Secondo il Center for Strategic and International Studies (Csis), un think tank con sede a Washington, le stime per gli Shahed-136 varierebbero dai 20.000 ai 50.000 dollari a drone. Un singolo intercettore missilistico terra-aria può costare più di 3 milioni di dollari. La percentuale di droni che colpiscono i loro obiettivi è raddoppiata, con un tasso di successo vicino al 20 per cento da aprile, rispetto al 2024, quando in media era meno del 10 per cento. "Non importa se un singolo Shahed colpisce il suo bersaglio. Ciò che conta è l'effetto combinato che l'arma terroristica ha sui civili e lo stress che esercita sulle difese aeree", ha detto alla Cnn il ricercatore del Csis Yasir Atalan.
L'intelligenza artificiale
Per ogni sviluppo tecnologico, Mosca e Kyiv cercano velocemente un'alternativa: il ciclo dell'innovazione è così rapido che nel giro di due o tre settimane assistiamo già a un controadattamento a una svolta tecnologica, dice alla Cnn Kateryna Stepanenko, analista russa presso l'Institute for the Study of War (Isw). Sia l'Ucraina che la Russia stanno lavorando per sviluppare droni dotati di intelligenza artificiale in grado di prendere decisioni autonome sul campo di battaglia, oltre a creare droni intercettori che potrebbero essere impiegati come metodo più economico per contrastare gli assalti aerei rispetto al lancio di missili.
Per la lotta contro gli Shahed, Kyiv sta puntando appunto sulla produzione di droni intercettori e sta cercando alleati per finanziarli. L'esercito ucraino sta anche utilizzando l'intelligenza artificiale per consentire a gruppi di droni di coordinarsi tra loro per attaccare le posizioni russe: per gli esperti militari è questa la prossima frontiera della guerra con i droni. Si chiama "tecnologia degli sciami" e consente di schierare contemporaneamente decine o addirittura migliaia di droni per sopraffare le difese di un obiettivo, che si tratti di una città o di una singola risorsa militare. Un ufficiale militare ucraino ha raccontato al Wall Street Journal come funzionano queste missioni: sono coinvolte tre persone, un pianificatore, un operatore di droni e un navigatore. Senza il software di gestione dello sciame, sarebbero necessarie nove persone: l'utilizzo della tecnologia consente di risparmiare tempo e di liberare personale da dedicare ad altri compiti. Stati Uniti, Cina, Francia, Russia e Corea del sud sono tra i paesi che stanno sperimentando la tecnologia degli sciami, eppure gli analisti hanno affermato di non essere stati a conoscenza del suo utilizzo regolare in combattimento fino a quando non hanno appreso delle operazioni ucraine.
I droni "portapacchi"
L'esercito ucraino utilizza i droni anche per rifornire le truppe in trincea e trasportare rifornimenti di vitale importanza da un luogo all'altro dell'Ucraina. Di fronte alla minaccia incessante dei droni russi, le truppe ucraine possono facilmente rimanere bloccate per un mese o più, con rifornimenti sufficienti a mantenere una posizione per pochi giorni. Così Kyiv utilizza alcuni droni per lanciare tutto il necessario: acqua, sigarette, borscht, involtini di cavolo, pollo arrosto, barrette Snickers. Il Washington Post con un lungo reportage racconta come i soldati della 68ª Brigata Jaeger ucraina preparano pacchi di assistenza per i loro commilitoni in una piccola casa di villaggio, a distanza di sicurezza dal fronte: avvolgono cibo, acqua, sigarette, power bank e munizioni con plastica e nastro adesivo: "Tutto deve essere imballato con cura per evitare danni durante la caduta, in particolare le granate, che i soldati sganciano separatamente dalle spolette per evitare che esplodano".