
Foto Ansa
Dolcetti a bordo
Nella flotilla per Gaza c'è anche la ong bandita in Germania e altrove dopo il 7 ottobre
Tra le imbarcazioni della spedizione umanitaria è stata inclusa anche la Samidoun, organizzazione celebratrice dei massacri portati avanti da Hamas. Ma per molti il vero problema resta solo Israele, non i legami con il terrorismo a bordo del veliero di Greta
Gli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, che hanno causato oltre 1.200 morti, sono stati celebrati dall’organizzazione Samidoun in Germania. La ong ha pubblicato su Instagram foto di attivisti che distribuivano dolcetti per festeggiare a Neukölln, il quartiere berlinese a maggioranza araba. Lo scandalo, accompagnato da dichiarazioni di Samidoun a sostegno della “resistenza”, fu tale che una settimana dopo gli Stati Uniti e il Canada designarono la ong come “entità terroristica”, descrivendola come “un ente di beneficenza fittizio che funge da raccolta fondi per il Fronte popolare per la liberazione della Palestina”. La Germania avrebbe messo al bando questa ong nel novembre 2023 e un anno dopo il Parlamento olandese ha invitato il governo dell’Aia a fare altrettanto. “Il nostro diritto che governa le associazioni è una spada affilata e noi, in quanto stato di diritto forte, sguaineremo questa spada”, disse l’allora cancelliere Olaf Scholz in un discorso al parlamento di Berlino nell’annunciare la messa al bando di Samidoun.
Ora la nuova flotilla internazionale diretta a Gaza (tempo permettendo, che ieri li ha costretti a rientrare nel porto di Barcellona) e che ha la benedizione del sindaco di Genova Silvia Salis include, assieme all’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, all’attore Liam Cunningham e all’attivista brasiliano Thiago Avila, anche una dirigente di Samidoun, un movimento internazionale incentrato sul “benessere dei prigionieri palestinesi”, compresi i terroristi, e condannati all’ergastolo nelle carceri israeliane. Samidoun ha annunciato che Jaldia Abubakra, coordinatrice della sua rete in Spagna, è salita a bordo della flotilla di Greta Thunberg. Uno dei leader di Samidoun, Khaled Barakat, è stato inserito nella lista nera degli Stati Uniti nel 2024 per i suoi legami con il terrorismo. Samidoun è legato al Fronte popolare per la liberazione della Palestina, responsabile di numerosi attacchi contro civili israeliani e inserito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche dell’Unione europea, Stati Uniti, Canada e Giappone.
Nel 1976, il Fronte collaborò con un gruppo terroristico della Germania Ovest per dirottare un volo Air France su Entebbe, in Uganda. Hanno assassinato il ministro del Turismo israeliano Rehavam Ze’evi nel 2001, la famiglia Fogel nel 2011 (padre, madre e tre figli piccoli sgozzati nel sonno), ha perpetrato il massacro della sinagoga di Gerusalemme nel 2014 e ucciso la diciassettenne Rina Shnerb nel 2019.
Ma per certa stampa, il problema è il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir che vuole trattare come terroristi gli attivisti a bordo del veliero di Greta. Oltre alla guerra, la popolazione di Gaza deve dunque sorbirsi anche il cinismo di chi non porterà loro “tonnellate di cibo e speranza”, come vorrebbe Concita De Gregorio su Repubblica: la flotilla non arriverà mai nella Striscia, il cui blocco israeliano è riconosciuto come legale da Stati Uniti ed Europa.
A giugno, il Telegraph ha rivelato che ad aver contribuito a organizzare le spedizioni marittime di Greta sarebbe stato un uomo accusato da anni di essere un operativo di Hamas a Londra, Zaher Birawi (il quale ha sempre negato questa circostanza). In attesa di capire se l’indiscrezione fosse fondata, la presenza di dirigenti di Samidoun a bordo della nuova barca fa assumere contorni più problematici di quelli immaginati dalle migliaia di persone che a Genova hanno salutato l’ammiraglia diretta a Gaza. Nel frattempo c’è da augurarsi che non arrivino a destinazione, considerando che l’ultimo attivista italiano sbarcato a Gaza e che ha dato il nome alla nave principale partita ieri da Barcellona (“Vic”) è stato rapito, torturato e ucciso da un gruppo di jihadisti palestinesi che non era particolarmente sensibile alla sua generosità. Intanto questa settimana sono entrati attraverso i valichi di Gaza 1.500 camion di aiuti umanitari. “Tonnellate di cibo e speranza”.