Foto ANSA

Spari in America

Almeno due morti nell'attacco alla messa dei bambini a Minneapolis, la città delle proteste per Floyd

Matteo Muzio

Un attentatore di circa vent’anni ha aperto il fuoco su alunni e insegnanti. Decine di colpi sparati e diciassette persone ferite. Di queste, quattordici sono minorenni. La Minneapolis di Walz e Frey che aspetta la reazione di Trump

Gli alunni della Annunciation Catholic School di Minneapolis, in Minnesota, avevano iniziato l’anno scolastico lunedì, questa mattina stavano partecipando alla messa inaugurale assieme ai loro insegnanti, tutti vestiti con le loro uniformi verdi e blu, quando un attentatore di circa vent’anni ha aperto il fuoco dall’esterno, frantumando le vetrate. Decine di colpi sparati da tre armi: una pistola, un fucile militare e un fucile da caccia. Due bambini di 8 e 10 anni sono morti e altre diciassette persone sono rimaste ferite. Di queste, quattordici sono minorenni. In conferenza stampa, il capo della polizia locale Brian O’Hara ha detto che il responsabile di questa strage si è ucciso sul retro della scuola, dopo aver tentato di barricarsi all’esterno dell’edificio e non ha inizialmente riferito né l’identità dell’attentatore né il movente.

Il sindaco della città, il democratico Jacob Frey, eletto per la prima volta nel 2018, è un sostenitore delle leggi sul controllo delle armi e ha fatto un grande sforzo per toglierle dalle strade, specie dopo le rivolte avvenute in seguito all’omicidio di George Floyd da parte di un agente di polizia nel 2020 e che portarono all’arrivo della Guardia nazionale su ordine del presidente Donald Trump (al suo primo mandato) per fermare le proteste successive. Frey, che durante le sue dichiarazioni era molto scosso, ha avuto il triste compito di confermare la morte dei due giovani studenti. Il presidente Trump ha sentito al telefono il governatore Tim Walz, già numero due del ticket democratico assieme a Kamala Harris alle presidenziali dello scorso anno. Una volta tanto, per il momento, nessuna dichiarazione fuori dalle righe per l’inquilino della Casa Bianca: “L’Fbi è intervenuta rapidamente ed è già sul posto. La Casa Bianca continuerà a monitorare questa terribile situazione. Vi prego di unirvi a me nel pregare per tutte le persone coinvolte!”. 

La maggiore città del Minnesota però è già stata colpita da altre sparatorie nelle ultime ore. Una, avvenuta martedì pomeriggio, ha coinvolto sei persone. Una è morta qualche ora dopo, altre cinque sono rimaste ferite, colpite da un fucile ad alta potenza, “quasi un’arma da guerra”, secondo il commissario O’Hara, in una dinamica sconcertante nella sua brutale semplicità. L’assalitore ha semplicemente camminato verso un gruppo di uomini e donne e ha aperto il fuoco, poi si è dato alla fuga. La sparatoria anche in questo caso è avvenuta nelle vicinanze di una scuola cattolica, la Cristo Rey Jesuit High School. Qualche ora dopo, altri due episodi mortali: il primo, verso le 8 di sera, sempre nella zona sud della città e una persona è morta in ospedale per le ferite. Il secondo, invece, alle due di notte, e ha visto un ferimento lieve e un altro omicidio. Anche in questi due casi, l’omicida è fuggito a piedi. Non è chiaro se sia tutto collegato ma già O’Hara ha detto che il livello di violenza da armi da fuoco in città è “profondamente disturbante”. Una frase che a Washington potrebbe essere letta come un invito ad attuare lo stesso schema già avvenuto proprio nelle strade della capitale, con il dispiegamento della Guardia nazionale. Anche in questo caso, per la Casa Bianca, ci sarebbero ben due democratici da mettere sotto accusa, il sindaco Frey e il governatore Walz, entrambi già in carica ai tempi dell’omicidio di George Floyd e delle successive rivolte lunghe diverse settimane. Questo potrebbe anche cambiare i piani del presidente, che nelle scorse settimane sembrava più propenso a spedire una nuova forza di occupazione anticrimine verso Chicago, la città della sua nemesi politica, Barack Obama.

Di più su questi argomenti: