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Stravolti da Mosca
Volti di prigionia. Il ritorno in Ucraina dopo tre anni di vuoto
Il giornalista Khylyuk e il sindaco Mykolaenko sono stati prigionieri nei campi russi. Nel giorno in cui il paese celebra l'anniversario della sua indipendenza hanno fatto rientro a casa, insieme ad altre 144 persone la cui sorte era rimasta a lungo sconosciuta
Kyiv. Il 24 agosto, giorno in cui l’Ucraina celebrava il 34° anniversario della sua indipendenza, ha avuto luogo un altro scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. 146 persone sono tornate a casa, tra 138 soldati ucraini e 8 civili, la cui sorte era rimasta a lungo sconosciuta. All’inizio di marzo del 2022, i soldati russi avevano rapito Dmytro Khylyuk, giornalista dell’agenzia di stampa Unian, dalla sua casa nel villaggio di Kozarovichi, nella regione di Kyiv, dove viveva con i suoi genitori. Nei primi giorni dell’invasione su vasta scala, i russi avevano occupato il villaggio e si erano subito diretti a casa del giornalista ucraino. Dmytro e suo padre, 75 anni, vennero spinti fuori nel cortile da uomini armati di mitragliatrici. Sua madre, 73 anni, colpita da un grave ictus, venne lasciata a letto mentre la casa veniva perquisita. Dopodiché, i soldati russi se ne andarono. Tornarono la mattina dopo. “Hanno gridato: ‘Mani in alto! Sdraiati a terra!’ Hanno sparato sotto l’orecchio di Dima”, raccontò Vasyl Khylyuk, il padre del giornalista, al Foglio durante un incontro avvenuto nel 2023. Vasyl era stato arrestato assieme al figlio, poi vennero separati. Il pensionato venne tenuto prigioniero per una settimana in uno dei depositi del villaggio. Gli dissero che suo figlio era stato interrogato e rilasciato. Quando Vasyl venne rilasciato, scoprì che gli avevano raccontato una bugia: il giornalista era scomparso senza lasciare traccia. Solo nell’estate del 2022 si seppe che Dmytro Khylyuk si trovava nel centro di detenzione preventiva n. 2 nella città di Novozybkov, nella regione di Bryansk, in Russia. Il 31 agosto, i suoi genitori ricevettero una lettera che conteneva una sola frase: “Mamma e papà, sto bene”.
Quando le Forze armate ucraine liberarono i territori occupati della regione di Kyiv, alla fine di marzo 2022, i genitori di Khylyuk speravano che la Russia avrebbe presto rilasciato gli ostaggi civili, ma non accadde. Dmytro Khylyuk continuò a essere tenuto prigioniero, senza che potesse più informare i suoi genitori sul suo stato di salute. Nell’estate del 2024, un soldato ucraino tornato dalla prigionia raccontò a Reporter senza frontiere di aver parlato con un giornalista nella colonia n. 7 della città di Pakino, nella regione russa di Vladimir. Nel marzo 2025, il difensore civico ucraino Dmytro Lubenets disse in una conferenza stampa che i russi avevano dichiarato che il giornalista era in condizioni soddisfacenti e che queste erano tutte le informazioni che fornivano su di lui. Ciò non rassicurò molto i genitori di Khylyuk, consapevoli di quanto avevano fatto alla giornalista ucraina ventisettenne Viktoria Roshchina durante la prigionia, morta nel settembre 2024, alla vigilia dello scambio: dopo il ritorno del suo corpo dalla Russia nel febbraio 2025, gli investigatori condussero un test del Dna e trovarono numerosi segni di tortura sul suo corpo. Secondo l’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, presentava una lesione al collo, fratture ossee ed emorragie nei tessuti molli della regione temporale. Roshchina è stata sepolta a Kyiv l’8 agosto 2025.
I genitori di Dmytro Khylyuk invece lo rivedranno presto: ha compiuto 50 anni a giugno ed è vivo. Ha detto ai giornalisti che lo hanno incontrato dopo il ritorno in Ucraina di aver già parlato con suo padre e sua madre al telefono. Durante tutto il periodo della prigionia, ha ricevuto una sola lettera dai suoi genitori. Gliela era stata spedita nel 2023, e lui l’ha ricevuta solo nel 2025. Secondo Dmytro, durante la prigionia russa ha vissuto in un completo vuoto informativo. Non sapeva nemmeno che l’Ucraina fosse riuscita a liberare Kherson nel 2022. “Non sapevamo nemmeno che ora fosse. Per la prima volta in tre anni e mezzo, ho visto un orologio, era su un autobus in Bielorussia”, ha detto vicino a uno degli ospedali della regione di Chernihiv, dove sono stati portati gli ex prigionieri.
L’Ucraina è riuscita anche a liberare Volodymyr Mykolaenko, 65 anni, sindaco di Kherson dal 2014 al 2020. Nella primavera del 2022, si è arruolato nella difesa territoriale per proteggere la sua città natale ed è stato catturato ad aprile dello stesso anno. Nel maggio 2025, si è saputo che l’ex sindaco aveva rifiutato uno scambio nel 2022 in favore di un prigioniero gravemente malato. Da allora, la parte russa non ha più incluso il suo nome nelle liste dei prigionieri da liberare. Domenica è apparsa la prima immagine di Mykolaenko dopo la prigionia: il suo volto è difficile da riconoscere; ha perso molto peso. “Ora ho un secondo compleanno: il 24 agosto”, ha detto sorridendo, senza nascondere la sua gioia nel giorno della liberazione.