
lost in Translation
Trump gioca a interpretare Putin e perde
A una settimana dal vertice in Alaska e non ci sono risultati. Nessun cessate il fuoco, Mosca si rifiuta di incontrare Zelensky e non ammette garanzie di sicurezza per Kyiv. Il capo della Casa Bianca si perde nella traduzione del capo del Cremlino, crede di essere stimato e intoccabile, ma i russi gli lanciano un segnale chiaro e colpiscono una fabbrica americana in Ucraina
Quando il presidente americano Donald Trump, lunedì scorso, ha lasciato la sua riunione con Volodymyr Zelensky e gli europei per andare a telefonare a Vladimir Putin, ha scelto di immortalare il momento con una foto. Il profilo ufficiale su X della Casa Bianca ha pubblicato l’immagine: ci sono Trump che parla in viva voce, il traduttore che prende appunti, il vicepresidente J. D. Vance e il segretario di stato Marco Rubio di spalle. In quella conversazione durata quaranta minuti qualcosa deve essersi perso, non tanto nella traduzione letterale delle affermazioni di Putin, ma nella loro interpretazione. Trump è tornato dagli europei che lo attendevano con una notizia: il Cremlino ha accettato di incontrare Zelensky. Probabilmente, durante la telefonata, Putin aveva risposto di essere d’accordo a mandare una delegazione di alto livello a incontrare gli ucraini. A Trump deve essere bastato per pensare al più alto dei livelli. Ieri è arrivata la smentita definitiva da parte dei russi, affidata al ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, un comprovato creatore di cavilli. Lavrov ha parlato molto in questi giorni, ma ha atteso un’intervista alla rete americana Nbc per dire: “Non è previsto nessun vertice …. Putin sarà pronto a incontrare Zelensky quando esisterà un ordine del giorno del bilaterale. E questo ordine del giorno non c’è”. Il ministro ha accusato Zelensky: “Ha detto di no a tutto”. Lavrov intende dire che Putin incontrerà il presidente ucraino soltanto quando quest’ultimo cederà a tutte le richieste di resa: cessione dell’intero Donbas, nessuna garanzia di sicurezza per Kyiv se non con il diritto di veto da parte di Mosca.
L’inviato speciale americano Steve Witkoff era stato a Mosca il 6 agosto scorso. Durante la visita è stata approvata la preparazione del bilaterale con Trump. Al suo ritorno dalla Russia, Witkoff ha rilasciato un’intervista alla Cnn con un annuncio dal valore storico: Putin aveva accettato delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina sul modello dell’articolo 5 della Nato, come proposto dall’Italia. I russi hanno lasciato trascorrere quarantotto ore per smentirlo. Tra le loro pretese, a quanto pare comunicate da Putin a Trump ad Anchorage, ci sono il divieto per Kyiv di entrare nella Nato e di inviare soldati stranieri come forza di mantenimento della pace sul territorio ucraino. Witkoff si è perso nell’interpretazione, la volta precedente era stato a Mosca senza un interprete personale, si era affidato a una professionista del Cremlino: un errore che un diplomatico esperto non avrebbe commesso. Questa volta era più preparato, ma se non nella traduzione, deve aver avuto problemi con la comprensione. Mosca gioca con l’ambiguità e ha capito che con la Casa Bianca di Trump funziona: frasi vaghe, aperture, “vedremo”, tutto fa parte del copione usato con gli americani che per il momento si stanno rifiutando di dare delle garanzie di sicurezza all’Ucraina. Il capo della Casa Bianca si ostina a dire che sono gli europei la prima linea nella difesa di Kyiv e che Washington contribuirà vendendo armi e con investimenti in Ucraina. Trump crede che i russi non oseranno attaccare fabbriche americane, ma giovedì hanno avuto la smentita anche di questo: Mosca ha colpito uno stabilimento americano di componenti elettroniche che si trova nella regione della Transcarpazia, molto lontana dal fronte. Trump ha dichiarato di aver detto a Putin di non essere contento.
A una settimana dal vertice fra Trump e Putin in Alaska nulla è cambiato: nessun cessate il fuoco, nessun incontro in programma. Nemmeno Trump è cambiato, si è fatto meno entusiasta, ma non è pronto a cambiare atteggiamento con Mosca. Le questioni importanti continuano a perdersi, se non nella traduzione, nell’interpretazione del capo della Casa Bianca.