
La rompighiaccio russa a propulsione nucleare "Yamal" porta i turisti al Polo Nord nel 1980 (Foto di François LOCHON/Gamma-Rapho via Getty Images)
Come Mosca ha costruito l'offerta a Trump nell'Artico
Mosca non ha mai smesso di investire nella regione e ora in Alaska vuole prospettare un’area di cooperazione per far ripartire i rapporti tra i due paesi
L’Artico è un banco di prova secondo gli americani, ma anche l’offerta con cui i russi hanno cercato di attrarre l’Amministrazione Trump dal ritorno del presidente alla Casa Bianca. Mosca vede la regione come vitale per le sue rotte commerciali, energetiche e militari e ora in Alaska vuole prospettare un’area di cooperazione per far ripartire i rapporti tra i due paesi: “Ora la cooperazione è ai minimi storici, dice Pavel Devyatkin, analista dell’Artic Institute con sede a Washington, ma i politici sia americani sia russi hanno manifestato interesse a ripristinare il rapporto interrotto con la sospensione del Consiglio Artico nel 2022. Dal passato sanno che si può fare”. L’offerta russa è concreta e Mosca pensa che basterà partire dai ghiacci per ricostruire la fiducia: “In termini concreti esistono capacità complementari per lo sfruttamento delle risorse: le navi rompighiaccio russe possono essere utilizzate con tecnologia satellitare americana per accedere ad aree più complesse e aprire nuove rotte”.
Sembra un progetto impossibile, ma Mosca ci crede e non ha mai smesso di investire nella regione. Nemmeno i costi affrontati nella guerra in Ucraina hanno distolto il Cremlino dagli interessi nell’Artico: “È una regione fondamentale per le sue prospettive economiche inoltre sia la perdita dei mercati occidentali, sia l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato hanno spinto il Cremlino a potenziare i suoi investimenti. Per Mosca la presenza anche militare russa nell’Artico è destinata ad aumentare”. Ed è un progetto a lungo termine, anche perché è dal 2007 che la Russia ha iniziato a ripristinare i vecchi assetti militari in abbandono. Nell’Artico da alcuni anni è presente anche la Cina, che per la Casa Bianca è fonte di preoccupazione, accresciuta dalla consapevolezza che alleanza tra Mosca e Pechino c’è un’alleanza, ma secondo Devyatkin, la competizione nei mari del nord è ancora a due: “La Cina può essere considerata un concorrente strategico globale, ma Pechino nell’Artico non è nemmeno alla pari di Russia e Stati Uniti”.

La telefonata da Berlino