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Che vuol dire territorio
Mosca ha già in mente come continuare la guerra. Il progetto sulla “cintura di fortezza” di Kyiv
Il Cremlino non ha abbandonato la sua richiesta di controllo completo sulla penisola di Crimea e sulle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia, Luhansk e Kherson prima di qualsiasi cessate il fuoco
Negli ultimi giorni l’Amministrazione americana ha parlato di quattro diverse proposte di cessate il fuoco in Ucraina avanzate dal presidente russo Vladimir Putin, ma la posizione del capo del Cremlino, a pochi giorni dal suo incontro con il presidente americano in Alaska, rimane poco chiara. Dopo l’incontro del 6 agosto tra l’inviato speciale degli Stati Uniti per il medio oriente, Steve Witkoff, e il presidente russo Vladimir Putin, il quotidiano tedesco Bild ha riferito che Witkoff potrebbe aver travisato la posizione della Russia su un possibile cessate il fuoco in Ucraina. Mosca non avrebbe abbandonato la sua richiesta di controllo completo sulla penisola di Crimea e sulle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia, Luhansk e Kherson prima di qualsiasi cessate il fuoco, non avrebbe intenzione né di ritirarsi dalle regioni occupate di Zaporizhzhia e Kherson né di congelare la linea del fronte. Alcuni funzionari europei hanno dichiarato al Wall Street Journal che Trump, presumibilmente dopo essere stato informato da Witkoff, avrebbe detto ai funzionari di Kyiv e Bruxelles che Putin si sarebbe ritirato dagli oblast occupati di Zaporizhzhia e Kherson in cambio della cessione da parte dell’Ucraina delle aree non occupate dell’oblast di Donetsk. Poi Witkoff ha ritrattato, affermando che la Russia si sarebbe “ritirata e avrebbe congelato” la linea del fronte, per poi dire che “l’unica offerta” sul tavolo fosse il ritiro unilaterale dell’Ucraina dalla regione di Donetsk in cambio di un cessate il fuoco. Fonti anonime hanno riferito a Bloomberg che Mosca avrebbe chiesto all’Ucraina di ritirarsi dall’intera oblast di Donetsk e Luhansk e di cedere la Crimea occupata alla Russia in cambio del congelamento della linea del fronte nelle oblast di Kherson e Zaporizhzhia e dell’avvio dei negoziati per un accordo di cessate il fuoco. Secondo un’analisi del think tank Institute for the Study of War, che ha seguito con molta attenzione i movimenti sul campo di battaglia dall’inizio della guerra con serietà, l’unico elemento della posizione di Putin comune a tutti i resoconti sarebbe la continua richiesta del capo del Cremlino all’Ucraina di ritirarsi dalle aree non occupate della regione di Donetsk, “un’importante concessione ucraina”. “Cedere a tale richiesta costringerebbe l’Ucraina ad abbandonare la sua ‘cintura di fortezza’, la principale linea difensiva fortificata nell’oblast di Donetsk dal 2014 – senza alcuna garanzia che i combattimenti non riprenderanno”, scrive il think tank americano. Una zona cuscinetto che ha ostacolato le avanzate russe nella regione nel 2014 e nel 2022 e sta ancora ostacolando gli sforzi russi di conquistare il resto di Donetsk: “Rappresenta un ostacolo significativo all’attuale percorso di avanzata della Russia verso ovest in Ucraina, e la resa del resto della regione come prerequisito per un cessate il fuoco senza alcun impegno per un accordo di pace definitivo metterebbe le forze russe in una posizione estremamente favorevole per rinnovare i loro attacchi con condizioni migliori, evitandosi una lunga e sanguinosa lotta per il territorio”.
Sempre secondo il Wall Street Journal, l’Ucraina e i leader europei avrebbero proposto una controfferta alle richieste del presidente russo di concessioni territoriali all’Ucraina come precondizione per il cessate il fuoco: la controfferta stabilisce che un cessate il fuoco completo in Ucraina debba essere implementato prima dei negoziati territoriali, in conformità con la scadenza data dallo stesso Trump, che anche gli scambi territoriali dovrebbero essere reciproci e che l’Ucraina debba ricevere solide garanzie di sicurezza in cambio di eventuali concessioni territoriali ucraine per prevenire future aggressioni russe contro Kyiv.
Dall’invasione dell’Ucraina del 2022, la Russia ha conquistato l’intera regione di Luhansk, gran parte della regione di Donetsk, ampie zone delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia e piccole parti della regione di Kharkiv e della regione settentrionale di Sumy, punto di partenza dell’incursione ucraina nella regione russa di Kursk lo scorso anno, che servì proprio a ritardare l’avanzata russa. L’Ucraina ha conquistato più di mille chilometri quadrati di territorio russo nell’assalto a sorpresa, sperando anche di usarlo come merce di scambio in potenziali colloqui di pace, ma ora ne detiene solo 10. A settembre del 2022, a sette mesi dall’invasione, la Russia ha indetto dei referendum per cercare di annettere le regioni occupate, riproponendo lo stesso voto illegittimo che aveva organizzato in Crimea nel 2014. Tranne nella penisola, nelle altre regioni non ha mai ottenuto il pieno controllo né militare né politico e negli ultimi due anni la linea del fronte si è mossa a fatica.
Crimea
Tutto ha avuto inizio nella penisola, dove, durante le proteste di Euromaidan e la cacciata del presidente Viktor Yanukovich, che eseguiva gli ordini del Cremlino, iniziò l’invasione russa dell’Ucraina. All’inizio soldati senza insegne ufficiali iniziarono a occupare le istituzioni della penisola, poi venne indetto un referendum, mai riconosciuto dalla comunità internazionale, con cui Mosca sancì l’annessione della penisola alla Federazione russa. L’occupazione valse a Putin un consenso sempre più esteso in patria. La risposta internazionale fu tuttavia blanda e Mosca ha continuato a essere percepita come un partner commerciale dalla maggior parte dei paesi occidentali. La Crimea servì come laboratorio sia per sondare la risposta dei capi di stato e di governo del mondo sia per preparare la futura invasione. Mosca iniziò a fare della penisola un grande arsenale, la riempì di mezzi militari e soldati, ponendo le basi per la futura invasione mentre nel frattempo, a est, con gli scontri tra i sedicenti separatisti e le truppe regolari di Kyiv crescevano gli scontri. Grazie agli anni di preparazione in Crimea, Mosca nel 2022 riuscì a lanciare la sua offensiva che a sud, contro le regioni di Kherson e Zaporizhzhia, fu proprio agevolata dal potere militare dispiegato in Crimea in otto anni. Putin ha il controllo sulla penisola, vuole che venga riconosciuta come russa.
Luhansk
La regione di Luhansk, insieme alla regione di Donetsk, compone l’area altamente industrializzata del Donbas. Comprende le città strategiche di Severodonetsk sul fiume Donec e Lysychansk, di cui le forze russe hanno rivendicato il controllo nel 2022. La regione è un’importante produttrice di metalli, tra cui rame e zinco, scrive il think tank: Severodonetsk ospita l’impianto chimico Azot, uno dei maggiori produttori ucraini di fertilizzanti azotati. L’attuale obiettivo russo è catturare il resto della regione ancora sotto controllo ucraino e spingersi verso ovest nella regione di Kharkiv orientale e in quella di Donetsk settentrionale. Secondo l’Institute for the Study of War, le forze ucraine sono recentemente avanzate in direzione di Kupyansk, nella parte orientale della regione di Kharkiv: è da qui che la Russia vorrebbe catturare l’intera Luhansk e accerchiare la parte settentrionale di Donetsk.
Donetsk
Dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, Putin ha proclamato illegalmente l’annessione di Donetsk e di altre tre regioni ucraine, pur senza averle conquistate. A oggi, la Russia ha conquistato più del 70 per cento della regione, grande ostacolo della sua avanzata verso l’ovest dell’Ucraina. L’obiettivo russo è catturare l’intera regione, e avanzare nell’oblast di Dnipropetrovsk: negli scorsi giorni l’esercito di Mosca ha continuato la sua avanzata nelle zone di Siversk, Chasiv Yar, Toretsk, Pokrovsk e Novopavlivka, senza alcun progresso significativo. La città di Pokrovsk, circa 50 km a nord-ovest di Donetsk, è secondo gli analisti il punto più caldo della linea del fronte in questo momento della guerra, mentre della città di Chasiv Yar, dopo 16 mesi di combattimenti, resta ben poco. Per Mosca controllare l’altura su cui sorge la città darebbe un punto di osservazione privilegiato per colpire le grandi città della regione di Donetsk a ovest, tra cui Druzhkivka, Kramatorsk e Slovyansk.
Zaporizhzhia
La regione di Zaporizhzhia ospita la più grande centrale nucleare d’Europa, che forniva circa il 20 percento dell’elettricità dell’Ucraina prima dell’invasione russa. Sin dall’inizio la Russia ha preso possesso dell’impianto nella città di Enerhodar: la sua occupazione priva l’Ucraina dell’energia che essa stessa forniva e le limitate riserve di elettricità vengono utilizzate per raffreddare i reattori. Negli scorsi giorni le forze russe hanno continuato le loro offensive nelle parti orientale e occidentale della regione senza progressi.
Kherson
Anche la regione meridionale di Kherson, secondo uno studio dell’Istituto pubblicato a dicembre, è controllata per il 73 per cento dalla Russia. Nel novembre 2022 le forze ucraine hanno liberato la città di Kherson che dà il nome all’intera oblast dopo oltre otto mesi di occupazione, ma ancora oggi è continuamente presa di mira dall’esercito russo con bombardamenti e droni che colpiscono i civili: il 9 e il 10 agosto scorsi le forze russe hanno attaccato la città a ovest verso l’isola di Karantynnyi, a sud-ovest vicino all’isola di Bilohrudyi e a est vicino al ponte stradale di Antonivskyi.