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Editoriali
La Fed lascia i tassi invariati. La sfida di Powell a Trump
L’ennesimo atto di indipendenza e ribellione del presidente della Banca centrale americana è destinato a inasprire il conflitto con la Casa Bianca
Donald Trump ha trovato il suo antagonista in Jay Powell, il presidente della Federal Reserve, la Banca centrale americana che oggi, con il voto contrario dei due membri del board nominati nei mesi scorsi dal presidente degli Stati Uniti, ha lasciato invariati i tassi d’interesse in un range compreso tra il 4,25 e il 4,5 per cento. In teoria, questa sarebbe una decisione scontata di politica monetaria in una fase di crescita economica anche oltre le attese, come quella che è stata registrata nel secondo trimestre negli Stati Uniti (+3 per cento), dopo il primo trimestre dell’anno in contrazione, tanto più che emergono segnali di un aumento dell’inflazione dovuto ai dazi. Ma non secondo l’inquilino della Casa Bianca, che da settimane sta esercitando pressioni su Powell affinché riduca il costo del denaro. “Abbassare i tassi, non c’è inflazione, lasciate che le persone comprino e rifinanzino le proprie case”, ha ripetuto Trump per tutto il giorno. Ma alle ore 14 (le 20 italiane) la Fed ha comunicato la sua decisione: tassi stabili in un contesto in cui “il mercato del lavoro è solido” e l’inflazione “leggermente elevata”. L’ennesima dimostrazione di indipendenza destinata a inasprire il conflitto con la Casa Bianca, che non fa mistero di voler licenziare Powell.
E’ la prima volta dal 1993 che una decisione non viene assunta all’unanimità aprendo di fatto uno “scisma” all’interno del Fomc, il comitato di politica monetaria della Fed. Quello che non dice Trump è la vera ragione per cui gradirebbe un taglio dei tassi: ridurre il costo di finanziamento del debito americano, che contribuisce ad aggravare il deficit pubblico sottraendo risorse alla sua agenda politica. Non è un caso che le nuove emissioni di titoli di stato americani siano soprattutto a breve scadenza, che hanno rendimenti inferiori, mentre per quelle a lunga scadenza Trump punta sulla discesa dei tassi per abbattere il peso della spesa per interessi. Tutto il braccio di ferro con la Fed, infatti, si spiega con un nervo scoperto di America first.
