editoriali

Il secondo ultimatum di Trump a Putin

Redazione

Una decina di giorni per un accordo. Intanto Mosca bersaglia le città ucraine

Il presidente americano Donald Trump ha deciso di abbreviare il tempo concesso a Vladimir Putin per raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina. Durante la conferenza stampa in Scozia con il premier britannico Keir Starmer, ha detto di essere deluso dal capo del Cremlino e di non essere più interessato a un incontro con lui. L’ultimatum pronunciato da Trump due settimane fa  sarebbe scaduto il 2 settembre, il capo della Casa Bianca ieri ha detto che non intende dare a Putin più di dieci o dodici giorni. Se il Cremlino non rispetterà l’ultimatum allora scatteranno delle sanzioni senza precedenti, ha detto Trump. Il capo della Casa Bianca è effettivamente deluso, sembra aver perso la fiducia nel rapporto con Putin, che lui credeva di ammirazione e stima reciproca. Gli ucraini hanno ringraziato il presidente americano per la fermezza, ma continuano a temere che basti un cenno del Cremlino per far cambiare idea al presidente americano. Putin vuole stremare le città ucraine, la notte tra domenica e lunedì, l’esercito russo ha lanciato un altro attacco con droni e missili contro i civili, ci sono state vittime anche nella capitale ucraina, la meglio difesa in tutto il paese. L’ultimatum del 2 settembre non era stato neppure commentato dal Cremlino, determinato a portare avanti l’offensiva contro la regione di Donetsk, che Mosca vuole occupare completamente. Secondo un’indagine della Kyiv School of Economics, la Russia ha cambiato le armi che usa in battaglia, abbandonando quelle di tipo sovietico. Il numero è  destinato a diminuire sempre di più e Mosca sta diventando sempre più dipendente dalle armi che arrivano dai suoi alleati, soprattutto dalla Corea del nord e in parte dall’Iran. Pyongyang avrebbe mandato a Mosca il 40 per cento delle munizioni usate nell’ultimo mese, oltre a container con missili balistici. Nonostante il Cremlino abbia riconvertito la sua industria e asservito il paese alle necessità belliche, è all’estero che starebbe cercando la soluzione per portare avanti la guerra, con o senza gli ultimatum di Trump. 
 

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