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le proteste

La piazza ucraina tiene d'occhio Zelensky

Da Kyiv a Odessa, le proteste spingono il presidente a ripristinare l’indipendenza delle agenzie anticorruzione Nabu e Sapo. L'accusa è quella di aver voluto proteggere qualcuno

Le piazze di Kyiv, Leopoli, Dnipro, Odessa e Kharkiv sono orgogliose e preoccupate. Hanno ottenuto un’apertura da parte del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che si è messo al lavoro su un nuovo disegno di legge con cui promette di ripristinare l’indipendenza delle due principali agenzie anticorruzione, Nabu e Sapo, che lui stesso aveva eliminato. Non si aspettava le proteste, non si aspettava una pressione che è arrivata dagli europei, per i quali le due agenzie sono un impegno serio alla trasparenza, e non si aspettava anche il richiamo alla responsabilità dei soldati al fronte, che hanno sostenuto le manifestazioni. Non pensava che gli ucraini avrebbero agitato cartelli con la sua faccia divisa a metà e completata con la metà di quello di Viktor Yanukovich, l’ex presidente ucraino che oggi vive in Russia e che venne cacciato nel 2014. Far crescere le proteste voleva dire rendere l’Ucraina ancora più vulnerabile per gli aggressori russi, così Zelensky ha annunciato un passo indietro. Non tutti si fidano, alcuni manifestanti temono un ritocco soltanto cosmetico. Aspettano e intanto la domanda è perché Zelensky abbia voluto una norma tanto controversa. Per ora è questione di speculazioni e ci si chiede se il presidente abbia voluto proteggere qualcuno. Sono due le persone che la piazza accusa oltre a Zelensky: Andriy Yermak, il capo di gabinetto del presidente, e il suo vice  Oleh Tatarov, unico politico che ha servito anche nella squadra di Yanukovich e che, secondo il Kyiv Independent, dal 2014 sarebbe andato in Russia otto volte. Yermak è una figura potente, onnipresente, spesso accusata di svolgere un ruolo  al di là delle sue mansioni, quasi fosse un presidente ombra. Si è aperto un capitolo nuovo nel rapporto tra Zelensky e gli ucraini, dall’idillio iniziale che lo portò a vincere con oltre il 70 per cento, al disinteresse prima della guerra per arrivare alla riscoperta del suo ruolo dopo l’inizio dell’invasione, che lo aveva reso quasi intoccabile, anche per non sostenere le accuse insensate  che gli muove Putin di essere un leader non eletto. Ora gli ucraini sono  più coscienti della vitalità del loro dibattito e non mancheranno di  criticare Zelensky quando lo riterranno opportuno

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