
Sciami di droni
I giovani russi che producono le armi che ammazzano gli ucraini e gli architetti sovietici nel loro Dna
Mosca intensifica gli attacchi con droni e missili, mentre Kyiv tenta di negoziare un cessate il fuoco. La Russia produce 170 droni al giorno e arruola giovani operai nella sua strategia militare
Nella notte tra domenica e lunedì, la Russia ha lanciato 450 attacchi con droni e missili su tutta l’Ucraina – a Kyiv è stata colpita anche la stazione della metropolitana di Lukianivska dove si erano rifugiati, come sempre, in molti quando è scattato l’allarme – e circa 400 sono stati intercettati: è un po’ meglio della media degli ultimi tre mesi, che è circa il 15 per cento di missili e droni russi che non riescono a essere fermati dalla difesa aerea ucraina. Fino ad aprile, questa percentuale era un terzo: il 5 per cento degli attacchi andava a segno. Poi è iniziata la “strategia degli sciami” della Russia, gli attacchi si sono intensificati nel numero di missili e droni lanciati e nella frequenza (quasi tutte le notti), in concomitanza con l’accondiscendenza dell’Amministrazione Trump nei confronti di Vladimir Putin (lo sciame più intenso, per ora, è quello della notte del 9 luglio: 728 droni, 7 missili da crociera Iskander, sei missili balistici Kinzhal). Alcuni esperti sentiti dal Financial Times confermano che gli sciami non soltanto sono organizzati apposta per esaurire le risorse della difesa ucraina ma sono anche più sofisticati di prima: i russi hanno preso il know how dei droni Shahed iraniani e lo hanno perfezionato, costruendo i Gerani (era una usanza sovietica quella di dare alle armi i nomi dei fiori), che volano più in alto e più veloci, e quindi sono più efficaci. Domenica Mosca ha pubblicato un video di propaganda girato nella fabbrica di Alabuga, nel Tatarstan, a 1.700 chilometri dal confine con l’Ucraina, che secondo il responsabile della cosiddetta “zona economica” è la fabbrica di droni più grande e più segreta del mondo. E’ stata danneggiata più volte dagli ucraini e i russi hanno denunciato i loro attacchi definendoli “contro i civili”, salvo poi mostrare in questo video le linee di produzione (secondo alcune stime si producono 170 droni Shahed o Gerani al giorno) e centinaia di “studenti” al lavoro, che vivono nei capannoni circostanti: “Ovunque guardiate ci sono dei giovani”, dice la voce narrante del filmato, ed è grazie al loro lavoro che la produzione, dal 2023 a oggi, è aumentata di nove volte. Su una parete di una delle sale della fabbrica c’è un grande cartellone azzurro e rosso che ritrae Sergei Korolev, l’ingegnere considerato il padre del programma spaziale e missilistico sovietico, Igor Kurchatov, il padre del programma atomico sovietico, e l’immancabile Stalin. Sotto i loro enormi ritratti c’è la scritta: “Vivono nel tuo Dna”, che è un’altra conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell’obiettivo totalitario della Russia di Putin, che arruola ragazzi dai 15 anni in su che costruiscono armi che ammazzeranno gli ucraini perché questo è nel loro Dna.
Donald Trump, che soltanto dieci giorni fa ha iniziato a comprendere il piano e l’istinto omicida di Putin, ha comunque dato 50 giorni di tempo al presidente russo per continuare a sfogarlo: ne mancano ancora 42. Da domani a Istanbul dovrebbe iniziare un nuovo round negoziale tra ucraini e russi: il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha appena ristrutturato il suo governo e i suoi ambasciatori, anche negli Stati Uniti, per adattarsi il più possibile alle variegate richieste americane. L’ex ministro della Difesa Rustem Umerov, ora a capo del Consiglio della sicurezza ucraino, ha inviato una lettera ai russi invitandoli alla trattativa. Dobbiamo accelerare il ritmo dei colloqui, ha detto Zelensky, perché deve essere fatto tutto il possibile per raggiungere presto un cessate il fuoco. I russi non hanno ancora confermato la loro presenza.


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