Boris Ivanishvili, fondatore del partito partito Sogno Georgiano (foto ANSA)

Editoriali

L'opposizione georgiana è in galera

Redazione

Otto politici in due settimane, oltre ad attivisti e intellettuali. Fra loro anche Givi Targamadze, uno dei testimoni più importanti dell’indagine della Corte penale internazionale sull’invasione russa della Georgia nel 2008. Il regime impunito

Sogno georgiano, il partito al governo in Georgia, ha arrestato e condannato a sette mesi di prigione l’ex presidente della commissione parlamentare su Difesa e Sicurezza, Givi Targamadze, che è ricercato dalla Russia e dalla Bielorussia che lo accusano di aver organizzato proteste contro i loro regimi – è stato condannato in absentia a 25 anni di prigione a Minsk, perché considerato responsabile di un tentativo di colpo di stato legato alle presidenziali del 2020, quando iniziarono le proteste di massa per le quali oggi nelle prigioni russe ci sono circa millequattrocento prigionieri politici che devono scontare sentenze lunghissime. Nel 2016, poco prima delle elezioni in Georgia, l’auto di Targamadze fu riempita di esplosivo militare ed esplose: secondo l’inchiesta che ne è seguita, l’attentato era stato organizzato dall’intelligence russa e cecena.

Targamadze è anche uno dei testimoni più importanti dell’indagine della Corte penale internazionale sull’invasione russa della Georgia nel 2008, ed era sotto protezione internazionale. Targamadze è anche l’ottavo leader dell’opposizione georgiana arrestato nelle ultime due settimane, alcuni dei quali sono stati condannati alla prigione perché, come lui, si sono rifiutati di apparire davanti alla commissione Tsulukiani, dal nome della sua presidente che è un’ex ministra della Giustizia e che ha aperto un’inchiesta sugli esponenti del governo dal 2003 al 2012, cioè gli oppositori di Sogno georgiano. Il Parlamento ha anche approvato, con procedura accelerata, alcuni emendamenti alla legge che regola la diffamazione, soffocando ancora un po’ la libertà d’espressione. La polizia continua ad arrestare attivisti, giornalisti, politici, intellettuali; i tribunali li mandano in galera – Mate Devidze, 21 anni, in galera da novembre, è stato condannato a giugno a 4 anni e mezzo di prigione accusato di aver assalito un poliziotto – e il resto del mondo, anche noi che siamo vicini, guarda altrove.

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