
(foto EPA)
l'intervista
“Ai mullah mai la bomba”. Parla Amidror, ex consigliere per la sicurezza d'Israele
Il già generale di stato maggiore israeliano, oggi analista al Jinsa di Washington e al Jerusalem institute for strategic studies, spiega quali sono le tre missioni che si è dato il governo israeliano attaccando Teheran
“Ci siamo dati tre missioni in questa operazione militare senza precedenti contro l’Iran”, spiega al Foglio Yaakov Amidror, ex generale di stato maggiore israeliano e consulente per la sicurezza nazionale del governo di Benjamin Netanyahu, oggi analista al Jinsa di Washington e al Jerusalem institute for strategic studies. “La principale missione è quella di posticipare la capacità iraniana di costruire la bomba atomica, per cui abbiamo iniziato con l’eliminazione degli scienziati e per questo la centrale di Natanz era il target più importante. Abbiamo colpito anche Isfahan e altre località, ma non abbiamo distrutto tutto, per questo gli iraniani avranno ancora la capacità di continuare a produrre uranio, ma più lentamente”. Ieri il capo dell’agenzia atomica dell’Onu, Rafael Grossi, ha detto che le quindicimila centrifughe di Natanz sono state distrutte da Israele.
Il secondo obiettivo è eliminare le loro capacità missilistiche. “I razzi balistici sono un grande problema ancora prima di avere una testata nucleare” prosegue Amidror. “Era ‘the last minute’ per Israele. E qui abbiamo avuto un grande successo”. Netanyahu ha affermato che l’Iran puntava a fabbricare trenta missili balistici al mese, potenzialmente ventimila razzi nei prossimi sei anni. Il terzo obiettivo dell’operazione iraniana è forse il più vago. “Ovvero far pagare al regime un prezzo per aver costruito un ‘anello di fuoco’ attorno a Israele, fra Hamas e Hezbollah e houthi” dice Amidror. “Quindi ora capiscono che c’era un prezzo. Non vogliamo colpire il popolo iraniano, ma il regime, per cui abbiamo colpito i dirigenti del sistema militare e di terrore”.
Israele non avrebbe permesso agli iraniani di diventare uno “stato threshdold”, nuclearizzato anche senza la bomba, come il Giappone o la Germania. “In Giappone i dirigenti sono responsabili, in Iran sono mullah folli” ci dice Amidror. “Non puoi avere lo stesso approccio verso le democrazie e le dittature. A Teheran dicono ogni giorno che vogliono distruggere Israele”. Fra le “menti” della sicurezza israeliana si parla di regime change a Teheran. Amir Avivi, ex alto funzionario militare israeliano che ha consigliato il governo durante gli ultimi venti mesi di guerra con l’Iran e i suoi affiliati terroristici, ha affermato che “si sta seriamente valutando l’ipotesi di rovesciare completamente il regime e creare le condizioni affinché il popolo iraniano si ribelli e prenda il controllo del paese”. Alla domanda su come Israele potrebbe incoraggiare un cambio di regime, Avivi ha risposto: “Uccidere la leadership. Tutti”. Yossi Kuperwasser, ex alto funzionario dell’intelligence israeliana ed ex direttore generale del ministero degli Affari strategici israeliano, ha confermato che prendere di mira la leadership iraniana è “qualcosa che potrebbe essere sul tavolo quando si prenderanno decisioni”. Amidror invece avverte che Israele ha una capacità limitata di determinare chi governa l’Iran. “Israele può scuotere il regime e indebolirlo molto, ma non può creare un’opposizione, è al di là delle nostre capacità”.
L’ex generale ha una spiegazione sul perché Teheran dal 1979 vuole distruggere Israele. “Gli iraniani sono sciiti e gli ebrei nello sciismo sono i più infidi esseri umani, non possono essere parte della società umana, sono ‘impuri’. Ma non è soltanto questo. Gli iraniani, questi iraniani, coltivano il sogno di costruire l’impero farsi del passato. E quando guardano in medio oriente, l’unico paese che può fermarli è Israele. Per questo vogliono distruggerci. Siamo il simbolo di quello che odiano: siamo il braccio occidentale in medio oriente e di grande successo rispetto all’Iran”. Israele non si fidava della capacità americana di identificare in tempo il punto di non ritorno nel programma atomico iraniano. Hanno fallito sulla Corea del Nord. “La Corea del Nord è un ottimo esempio su come l’occidente non ha saputo fermare un regime ad avere una bomba nucleare”.
Dopo che sarà finita l’operazione israeliana in Iran, tocca agli europei: “Gli europei sono al grande test e dopo quello che ha detto l’agenzia atomica dell’Onu devono tornare alle sanzioni contro l’Iran”.
Israele uscirà da queste guerre molto più forte. “La minaccia del ‘ring of fire’ sta svanendo, la Siria è fuori dai giochi, da Hamas a Hezbollah sono a pezzi e più abbiamo successo contro l’Iran e meno minacce in futuro ci saranno. Israele emergerà dalle guerre molto più sicuro di sé e meno minacciato di prima del 7 ottobre. Ora tutto capiscono la forza di Israele. E moralmente non c’è dubbio: Israele sa che doveva fare quello che andava fatto per sopravvivere”.