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Editoriali

Il triangolo dell'indifferenza

Redazione

La catastrofe sudanese e il traffico umano al confine con Libia ed Egitto. Mentre la disattenzione è estrema: non solo sui media, ma anche tra i governi, né si organizzano manifestazioni o fanno appelli popstar

E’ il Sudan il paese che ha il record mondiale degli sfollamenti forzati: 14,3 milioni di persone, che rappresentano un terzo della sua popolazione, e l’11,6 per cento dei 123 milioni di profughi calcolati in tutto il mondo dall’ultimo rapporto annuale dell’Alto commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Acnur). Il documento, appena reso noto, oltre a ricordare che nell’ultimo decennio il numero di rifugiati e sfollati interni a livello globale è raddoppiato, indica una classifica in cui vengono dopo la Siria con 13,5 milioni, l’Afghanistan con 10,3, l’Ucraina con 8,8 e il Venezuela con 7,9. Quest’ultimo dato è conseguenza delle tragiche azioni del regime di Maduro. Ma sono tutte emergenze gravi, e in Sudan peraltro questo allarme arriva in contemporanea con l’annuncio di una nuova escalation, con i ribelli delle Forza di Supporto Rapido (Rsf) che hanno costretto l’esercito a evacuare il triangolo al confine con Egitto e Libia. Secondo il governo di Karthoum, a causa dell’intervento a suo favore di una Brigata salafita libica affiliata all’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar e appoggiata anche dagli Emirati Arabi Uniti.

Da quando nell’aprile 2023 le Forze Armate Sudanesi e Rsf hanno iniziato a fronteggiarsi, il conflitto si è rapidamente esteso dalla capitale a tutto il paese, con un crescente utilizzo di droni. Oltre il 70 per cento dei rifugiati risultano sfollati all’interno del Sudan, e ormai circa la metà della popolazione costretta a lasciare le proprie case nell’Africa orientale e nel Corno d’Africa è originaria del Sudan. Se gran parte dei fuggiaschi all’estero si dirige verso Ciad e Sud Sudan – peraltro del tutto impreparati a questo flusso – anche l’esodo verso l’Europa è aumentato del 130 per cento. Le vittime sarebbero almeno 150.000. Due terzi della popolazione sudanese, cioè più di 30 milioni di persone, necessitano di assistenza umanitaria e protezione, e 8,5 milioni sono bisognosi di assistenza immediata. Ma la disattenzione è estrema: non solo sui media, ma anche tra i governi, né si organizzano manifestazioni o fanno appelli popstar.

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