(foto EPA)

editoriali

L'azzardo di Tusk al Parlamento polacco

Redazione

Il premier ottiene la fiducia. Il guadagno si vede più da fuori che da Varsavia

Il premier polacco Donald Tusk ha voluto a tutti costi, contro il volere della sua maggioranza, chiedere un voto di fiducia in Parlamento dopo che il primo giugno è stato eletto presidente Karol Nawrocki, sostenuto dal principale partito di opposizione, il Pis. Tusk non era tenuto a presentarsi in Parlamento, ma ha voluto mostrare che il suo governo aveva ancora la fiducia delle forze politiche e quindi avrebbe avuto le carte per esercitare le sue funzioni anche con un presidente arrivato con il compito e la vocazione di sabotare ogni sua azione, con l’obiettivo di portare la Polonia a elezioni anticipate.

Tusk è un politico con esperienza, ama i rischi e nella sua carriera ne ha presi tanti, incluso quello di tornare alla politica nazionale dopo anni tranquilli nelle istituzioni europee, per provare a rianimare il suo partito e creare una forza che fosse credibile per sfidare il PiS. E’ un politico divisivo, che punge con le sue battute. Sa essere sprezzante, carismatico e diretto e per quanto in Parlamento i numeri fossero a suo favore, il rischio della sfiducia a causa di qualche ruggine non era da sottovalutare. Tusk ha presentato i prossimi due anni di governo, ha chiesto di votare su quelli. Ha promesso un rimpasto a luglio, alcuni alleati hanno storto il naso. Ha accolto più di duecento domande da parte dei deputati che volevano più chiarezza sulle sue intenzioni con una presidenza che bloccherà ogni riforma. La strada per Tusk non è più semplice dopo il voto di ieri, il primo ministro esce però rafforzato agli occhi  del PiS, che non si è presentato in Aula, e del presidente eletto Nawrocki, che comunque potrà bloccare con il suo veto ogni futura legge, come è stato finora con il presidente ancora in carica Andrzej Duda. A livello interno il blocco è quasi assicurato, al livello internazionale, sarà ancora Tusk il volto della Polonia e la sua immagine non è sbiadita. Un sospiro di sollievo l’avranno tirato anche i leader della coalizione dei volenterosi, con l’Ucraina.

Di più su questi argomenti: