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in ucraina

La Russia scarica droni e missili contro Kyiv per due notti di seguito

Kristina Berdynskykh

La città sotto attacco insieme a Odessa. Danni a condomini, ospedali e alla cattedrale di Santa Sofia. Ci sono anche tre vittime. Il racconto dalla capitale che si sveglia dopo una notte di guerra

Kyiv. C’è una fila di 20 persone davanti alla tenda della polizia allestita nel cortile di un complesso residenziale nel quartiere Obolonsky di Kyiv. I cittadini in coda compilano una denuncia per danni materiali: un appartamento o un’auto. Vivono tutti in un edificio a più piani in via Baltiysky, colpita nella notte dal drone Shaded mandato dall’esercito russo. L’appartamento della trentenne Kateryna, che nella sua vita quotidiana prepara caffè, si trova al sesto piano. All’inizio ha sentito il ronzio dei droni, poi ha letto sui social network che anche i missili balistici stavano volando verso la capitale. A quel punto Kateryna si è preparata rapidamente, è scesa al primo piano, ha   sentito delle esplosioni in strada, poi è corsa al rifugio nel cortile del complesso residenziale. E’ tornata a casa dopo che l’allarme antiaereo che annuncia la fine dell’attacco è scattato alle 05:00.

Tutte le finestre di casa di Kateryna sono state sfondate, il balcone è stato danneggiato: l’onda d’urto ha sfondato i davanzali e danneggiato anche il letto. “Avevo pensato di arieggiare le stanze, certo non così”, cerca di scherzare. Nel frattempo, i soccorritori stanno percorrendo la facciata dell’edificio con una gru e stanno smantellando pavimenti, lastre e macerie ai piani inferiori. I diciotto appartamenti dal primo al quarto piano sono stati i più colpiti. Un elicottero vola avanti e indietro nel cielo, riversando acqua su un grande oggetto in fiamme che si trova nello stesso isolato.

 

Nella notte del 10 giugno, la Russia ha attaccato l’Ucraina con 315 droni e 7 missili. L’obiettivo principale era la capitale ucraina, che aveva subito un attacco molto forte già la notte prima. Ci sono state esplosioni anche a Odessa, dove i bombardamenti hanno danneggiato l’edificio amministrativo dell’ospedale ginecologico, un pronto soccorso e alcuni edifici residenziali. Due persone sono state uccise e 9 sono rimaste ferite. A Kyiv, dove una donna è morta, in sette quartieri della città sono stati danneggiati edifici residenziali e uffici. Anche la Cattedrale di Santa Sofia, costruita nell’XI secolo, ha subìto danni lievi.  E’ patrimonio dall’Unesco e l’onda d’urto ha distrutto il cornicione dell’abside principale. Nel quartiere di Shevchenkivskyi, un edificio dove un tempo si trovava il centro visti britannico è andato a fuoco. Da mezzanotte alle 4:30 del mattino, droni e colpi hanno fatto rumore senza sosta a Kyiv, così come i sistemi di difesa aerea che cercavano di abbatterli, ed esplosioni che facevano tremare finestre e muri. “Non ricordo neppure di essere scesa di corsa dal 19° piano con mio nipote”, ammette Olga, 57 anni, anche lei in coda alla tenda della polizia. Nel 2023, lei e suo marito si sono trasferiti a Kyiv da Mariupol, occupata dalla Russia dal 2022. “Prima ho sentito gli Shahed volare, poi è scattato l’allarme all’ingresso, è stato molto spaventoso”, racconta. Prendendo per mano il nipote di 10 anni, la donna è scesa per le scale dal 19° piano ed è andata al rifugio. L’ascensore non funziona durante l’allarme. “Abbiamo già vissuto questo terrore a Mariupol e ora lo stiamo vivendo di nuovo”, dice Olga.

In mattinata, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto:  “Gli attacchi missilistici e gli shahed russi sono più forti dei tentativi degli Stati Uniti e di altri paesi nel mondo di costringere la Russia alla pace”. Secondo Zelensky, è importante che la risposta mondiale a questo e ad altri attacchi russi simili non sia il silenzio, ma azioni concrete. “Abbiamo bisogno di una forte pressione per il bene della pace”, insiste. 

 

 

Durante la notte gli abitanti di Kyiv si sono nascosti dalle esplosioni nelle stazioni della metropolitana, nei parcheggi, nei rifugi, nei corridoi e nei bagni degli appartamenti, tranquillizzando bambini e animali domestici spaventati. Nonostante la notte terribile, un altro terrore psicologico inflitto dalla Russia alla popolazione civile della capitale ucraina, questa volta non ha causato molte vittime: una donna è morta, due persone sono rimaste ferite  e altre quattro hanno cercato assistenza medica. All’alba, a Kyiv non si sono udite solo esplosioni: gli uccelli cantavano forte per le strade. La città era piena di un denso fumo nero proveniente dagli incendi che divampavano in diverse zone. Ma dopo il cessato allarme e qualche ora di sonno, la città è tornata alla normalità. Caffè e fruttivendoli hanno aperto le saracinesche, gli abitanti di Kyiv sono corsi al lavoro e a scuola.

“E’ la seconda notte che i russi cercano di radere al suolo la mia città natale”, ha detto Oleksandr Krayev, direttore del programma Nord America presso il centro Prism UA e docente presso il Dipartimento di Relazioni Internazionali. Nonostante gli attacchi racconta che oggi continuerà a prepararsi per la discussione delle tesi degli studenti e a scrivere analisi per i diplomatici ucraini. E’ sicuro che altri residenti della capitale faranno lo stesso, malgrado la terribile stanchezza e la mancanza di sonno: “Questa è la resilienza ucraina: il nostro paese e la nostra società lavorano e vanno avanti, qualunque cosa accada”. 

 

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