António Costa (foto Ansa)

il colloquio

"Difesa europea sì, ma senza una guerra commerciale". Intervista al presidente del Consiglio europeo Costa

David Carretta

"Lavorare per la difesa europea, e assicurare l’autonomia strategica è il miglior modo per preservare e rafforzare la nostra alleanza transatlantica", dice António Costa, alla vigilia della visita a Roma per incontrare Papa Leone XIV e Giorgia Meloni

Bruxelles. I leader dell’Unione europea si trovano di fronte a un mese “decisivo per la relazione transatlantica”, dice al Foglio il presidente del Consiglio europeo, António Costa, nel momento in cui il presidente americano, Donald Trump, minaccia una rottura sulla sicurezza dell’Europa, sul sostegno all’Ucraina e sulla relazione commerciale. Costa e gli altri leader dell’Ue vedranno Trump al vertice del G7 in Canada del 15-17 giugno e al summit della Nato all’Aia del 24 e 25 giugno. I capi di stato e di governo dei ventisette stati membri si ritroveranno il giorno dopo per fare un bilancio durante il Consiglio europeo di fine mese. Il principale messaggio che Costa trasmetterà a Trump è: se gli Stati Uniti vogliono che l’Europa si faccia carico della sua sicurezza, non devono “creare problemi alla nostra base economica” con una guerra commerciale dannosa per tutti. 

 

“Le prime parole che dirò a Donald Trump sono ‘good morning’”, ha spiegato Costa sorridente, durante un’intervista con diversi media europei alla vigilia di una visita a Roma per incontrare Papa Leone XIV e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Costa valuta l’incontro tra Meloni e il presidente francese, Emmanuel Macron, come “un passo avanti positivo”, perché “dobbiamo lavorare tutti insieme”. Il momento è delicato e Trump è la sfida immediata per l’Ue. La dottrina Costa per affrontare il presidente americano che minaccia di abbandonare l’Ucraina, di disimpegnarsi dalla difesa dell’Europa e di intensificare la sua guerra commerciale, si fonda sulla convinzione che Trump abbia una vera priorità: riequilibrare la condivisione degli oneri della sicurezza europea. Gli Stati Uniti vogliono concentrarsi su se stessi e sulla Cina, lasciando che l’Ue si occupi dell’Europa. “Non so se ci vogliono 5 o 10 anni. Ma ora abbiamo un grande vantaggio”, dice Costa: “Abbiamo una visione comune strategica di Stati Uniti  ed Europa su questo. Alcuni anni fa, quando in Europa alcuni parlavano di autonomia strategica, di Europa della difesa o di pilastro europeo della Nato, molti pensavano a questo come modo per spingere fuori gli Stati Uniti. Ora è chiaro che rafforzare un pilastro europeo della Nato, lavorare per la difesa europea, e assicurare l’autonomia strategica è il miglior modo per preservare e rafforzare la nostra alleanza transatlantica”. Ma “dobbiamo evitare di introdurre difficoltà in questa visione comune del nostro futuro”, avverte Costa: “Creando problemi nella base economica nostra o in quella degli Stati Uniti, creiamo difficoltà per avere una forte base economica per sostenere questa transizione”.

 

Il presidente del Consiglio europeo è in carica da sei mesi. Le sue priorità finora sono state Ucraina, difesa europea, ruolo globale dell’Ue e competitività. Costa rivendica un bilancio positivo. Nonostante alcune difficoltà – come il ruolo perturbatore del premier ungherese, Viktor Orbán, sull’Ucraina – l’unità dei ventisette è stata preservata. Costa è convinto che l’Ue continuerà a sostenere l’Ucraina, che approverà il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e che riuscirà a prorogare le sanzioni economiche, nonostante Orbán continui a minacciare il veto. “Il nuovo pacchetto di sanzioni non dipende dal presidente Trump, dipende da Vladimir Putin”, dice Costa: “Se continua a non ascoltare quello che tutti chiedono, se non agisce di fronte al tentativo di Trump di ottenere un cessate il fuoco e di portarlo a negoziati di pace, sicuramente dobbiamo approvare il 18esimo pacchetto di sanzioni”, spiega Costa. “Come ho detto dal giorno dell’inaugurazione, auguro al presidente americano  tutto il meglio nei suoi sforzi per un cessate il fuoco e per una pace giusta e duratura. Ma se Putin non rispetta gli sforzi che Trump sta facendo, non abbiamo alternativa a continuare a sostenere l’Ucraina nella guerra e mettere la Russia sotto pressione con nuove sanzioni”.

 

Anche sulla difesa, Costa rivendica unità e progressi. In tre anni la spesa per la difesa è aumentata del 30 per cento nell’Ue. La Commissione ha presentato il suo programma di riarmo da 800 miliardi di euro. Tuttavia non è sufficiente. Debito comune? “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, risponde Costa. Il presidente del Consiglio europeo invia un messaggio anche ai paesi lontani dalla Russia – come Italia o Spagna – che non si sentono in dovere di aumentare la spesa militare. “Dobbiamo avere un sistema comune forte di difesa e deterrenza collettiva. Quello che dobbiamo fare è investire insieme per proteggerci tutti. Non è una questione dei paesi dell’est o del sud”, ma di “solidarietà. A volte la solidarietà viene dal nord per proteggere la frontiera del Mediterraneo sull’immigrazione. A volte viene da tutti i paesi, quando abbiamo una crisi finanziaria o una pandemia”, dice Costa: “E’ tempo che i paesi del sud guardino alla frontiera orientale e capiscano che è un problema comune per tutti”.