Ansa 

Da Bruxelles

L'agenda riformista di Tusk in Europa compromessa. L'Ue ha pochi strumenti

David Carretta

Con l'elezione di Karol Nawrocki come nuovo presidente della Polonia e l'acuirsi della polarizzazione a Varsavia sarà sempre più difficile per Donald Tusk "svolgere un ruolo utile all'Europa". Von der Leyen e Costa fanno buon viso a cattivo gioco ma la preoccupazione raggiunge i leader europei 

Bruxelles. L’elezione di Karol Nawrocki a nuovo presidente in Polonia costituisce un colpo potenzialmente mortale per l’agenda di riforme del primo ministro, Donald Tusk, ed è destinata a ridimensionare il ruolo del paese nei nuovi equilibri interni all’Unione europea. La presidente della Commissione e quello del Consiglio europeo ieri hanno fatto buon viso a cattivo gioco dopo il successo del candidato nazionalista alle presidenziali di domenica. “Sono fiduciosa che l’Ue continuerà la sua ottima cooperazione con la Polonia”, ha detto Ursula von der Leyen. “Conto su di lei affinché (la Polonia) rimanga una forza forte, attiva e decisiva nel plasmare un’Unione più sicura e prospera”, ha aggiunto António Costa nel messaggio di congratulazioni a Nawrocki. Ma, per gran parte degli analisti, la Polonia andrà nella direzione opposta a quella auspicata dall’Ue su stato di diritto, rapporti con gli Stati Uniti di Trump e sostegno all’Ucraina. Tusk dovrà fare i conti con un presidente ancora più intransigente di quello uscente, Andrzej Duda, determinato a mettere il veto a tutte le leggi per ripristinare l’indipendenza della giustizia. Nonostante la volontà di Friedrich Merz ed Emmanuel Macron di includere il premier polacco nella cabina di pilotaggio dell’Ue, Tusk sarà costretto a concentrarsi sulla politica interna per evitare il collasso della sua coalizione e il ritorno al potere del partito nazionalista Legge e Giustizia (PiS).

“Il processo di riparazione dello stato di diritto in Polonia è diventato incredibilmente più difficile”, ha detto Jakub Jaraczewski, esperto della ong Democracy Reporting International: “Mi aspetto che il presidente Nawrocki sia ancora meno cooperativo di Duda”. La sua elezione “garantisce in modo assoluto che non ci saranno risultati in tutti gli sforzi di ri-democratizzazione per altri cinque anni”, creando “sfide specifiche per l’Ue”, ha spiegato John Morijn della Hertie School di Berlino. In effetti, dopo il ritorno di Tusk, Ursula von der Leyen ha rinunciato alla procedura dell’articolo 7 e alla sospensione dei fondi europei per violazioni dello stato di diritto. La decisione è stata presa lo scorso anno dalla Commissione e dagli stati membri sulla base di un atto di fiducia: un piano d’azione sul ripristino dell’indipendenza della giustizia. Von der Leyen si è così privata di uno strumento di pressione da 130 miliardi di euro di fondi dell’Ue che ora avrebbe potuto usare con Nawrocki. “Siamo fiduciosi che le riforme avviate dal governo continueranno”, ha detto ieri la portavoce della Commissione. Ma tutti gli esperti concordano che le leggi di Tusk necessarie a mettere in opera il piano d’azione andranno incontro ai veti del nuovo presidente. Scelto personalmente dal leader del PiS, Jarosław Kaczynski, Nawrocki renderà un inferno la vita di Tusk anche in altri settori nel tentativo di provocare elezioni anticipate.

L’acuirsi della polarizzazione a Varsavia renderà più difficile per Tusk “svolgere un ruolo utile all’Europa”, spiega al Foglio Alberto Alemanno, professore alla Hec di Parigi. Per non alienarsi una parte dell’elettorato, in vista delle presidenziali il premier polacco aveva già esercitato la sua leadership europea con il freno tirato. Sull’immigrazione, Tusk si è mostrato in aperto conflitto con la Commissione. Sull’Ucraina ha rifiutato l’invio di soldati polacchi nell’ambito della coalizione dei volenterosi lanciata da Macron e dal britannico Keir Starmer. Merz e Macron hanno voluto comunque portare Tusk a Kyiv il 10 maggio e coinvolgerlo nelle discussioni con Donald Trump sull’Ucraina. Primo esercito di terra dell’Ue, la Polonia spende quasi il 5 per cento di pil nella difesa ed è una delle economie in più forte crescita. Il passaggio dal motore franco-tedesco al triangolo franco-tedesco-polacco di Weimar non era solo un riconoscimento dello peso della Polonia nell’Ue, ma anche una necessità per costruire “l’Europa indipendente” dagli Stati Uniti di Trump. E’ l’agenda politica della sovranità europea che rischia di essere compromessa dalla debolezza interna di Tusk. Sintomo di preoccupazione, Macron ha chiesto a Nawrocki di continuare a “costruire un’Europa forte, indipendente, competitiva e rispettosa dello stato di diritto”. Merz ha lasciato al presidente Frank Walter Steinmeier il compito di congratularsi a nome della Germania. “Dobbiamo lavorare strettamente insieme sulla base della democrazia e dello stato di diritto”, ha detto Steinmeier.