
il caso
Chi c'è dietro le copertine false di Charlie Hebdo
“Putin non è il nostro direttore”, scrive il settimanale francese dopo aver ritrovato una collezione di prime pagine contraffatte che sbeffeggiano Zelensky
“No, Putin non è il nuovo direttore di Charlie Hebdo”, ha dovuto puntualizzare il settimanale satirico francese dopo essersi accorto che avevano iniziato a girare copertine false che riproducevano lo stesso stile del giornale e diffondevano una linea chiara a favore delle politiche del Cremlino. Il settimanale ha collezionato le quindici copertine contraffatte, le ha messe tutte in una pagina e ha scritto: “Chi sono gli autori di questo inganno?”. Tutte le copertine hanno in comune i bersagli: l’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky, l’Europa e la Francia. “Viene da chiedersi se non sia stato Putin stesso a ordinarle”, scrive la redazione di Charlie Hebdo. In una copertina, Zelensky, raffigurato come il Gobbo di Notre-Dame, appare in primo piano mentre sullo sfondo Emmanuel Macron e Donald Trump si danno la mano davanti alla cattedrale parigina e la vignetta recita: “Può forse esserci una riapertura di Notre-Dame senza il gobbo?”.
In altre immagini il presidente ucraino porta il Papa morto in banca e, muovendolo con i fili come fosse una marionetta, cerca di fargli donare del denaro all’Ucraina. In un’altra la marionetta è il politico russo Alexei Navalny, raffigurato come se stesse conducendo uno dei suoi telegiornali di opposizione, livido in volto e intento a dire: “Sono vivo, non ho bisogno di nulla, trasferite tutto il mio denaro all’Ucraina”.
Navalny è morto in una colonia penale russa nel febbraio del 2024, per gli ucraini rimane una figura ambigua e l’autore della copertina falsa accusa Zelensky di volersi approfittare della sua morte.
Zelensky è il protagonista preferito, viene messo in una bara con una vignetta in cui si legge: “Il cadavere politico emette i suoi ultimi gas”. Viene messo su un ring, con gli occhi neri per le botte e il tryzub, il tridente ucraino, tatuato sul petto rachitico, mentre Macron e un altro personaggio che ricorda il cancelliere tedesco Friedrich Merz gli asciugano il sudore e lo incitano ad andare avanti nell’incontro che sta perdendo, dicendogli: “Stai per vincere”, “hai un bell’aspetto”. Macron viene sbeffeggiato per l’iniziativa di inviare truppe in Ucraina e in un’altra copertina viene ritratto a capo di un esercito di creature simili a insetti con i fucili in mano. La spiegazione dell’immagine è contenuta nella vignetta: “Soltanto coloro che vivono bene sotto Macron lo seguiranno in Ucraina”, a indicare che l’idea del presidente francese è destinata al fallimento come la sua presidenza senza seguaci.
Le copertine hanno la grafica di Charlie Hebdo e il logo del settimanale. La campagna si aggiunge alle altre di disinformazione e riproduzione fedele di testate internazionali per diffondere notizie false. Il Cremlino ha investito in campagne di disinformazione e la riproduzione fedele di pagine di giornali internazionali è una delle più riuscite. Il governo francese, nel giugno dello scorso anno, ha denunciato un’ampia operazione che aveva coinvolto diverse testate con l’obiettivo di compromettere il sostegno della Francia all’Ucraina. Gli investigatori francesi avevano fatto risalire l’inizio di questa campagna al settembre del 2022, Mosca aveva istituito un sistema esteso e sofisticato che aveva coinvolto diversi paesi dell’Unione europea e attraverso l’uso di siti identici a quelli di testate nazionali aveva iniziato a diffondere propaganda e disinformazione.
La campagna è stata denominata dall’ong DisinfoLab “Doppelgänger”, che in tedesco vuol dire sosia e si basa sulla riproduzione pedissequa di una testata in cui però vengono inseriti contenuti falsi, che poi iniziano a girare con la credibilità del nome del giornale. Con Charlie Hebdo la campagna raggiunge ancora un altro livello perché questa volta non è l’autorevolezza della testata che viene usata per disinformare, ma sono la potenza della satira e la notorietà di un settimanale diventato un simbolo a rendere il contenuto più forte e dalla facile diffusione. Queste campagne sono pensate e ragionate, si rivolgono a un pubblico europeo, sfruttano i nomi delle testate già note, delle loro storie. Questa è la prima parte dell’operazione. La seconda si svolge sulle piattaforme social dove queste notizie false vengono diffuse da eserciti di propagandisti sicuri che, se una bugia inizia a circolare, per il pubblico prima o poi diventerà verità.