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Editoriali

Anche la National Public Radio porta Trump in tribunale

Redazione

L’Amministrazione taglia i fondi alla radio pubblica seguita settimanalmente da oltre 30 milioni di ascoltatori, che non vuole negoziare

La National Public Radio (Npr), istituita nel 1971 e seguita settimanalmente da oltre 30 milioni di ascoltatori, ha fatto causa al presidente degli Stati Uniti. L’emittente pubblica che tende al progressismo intellettuale è stata minacciata all’inizio del mese dalla Casa Bianca con il taglio delle sovvenzioni, perché “fa propaganda woke di sinistra”. L’Amministrazione Trump ha chiesto alla Corporation del broadcasting pubblico, che gestisce i fondi, di tagliare quelli a Npr. La radio però ha risposto tramite gli avvocati dicendo che si tratta di una “chiara violazione della Costituzione”. L’ordine di Trump, dice la denuncia, violerebbe sia “gli espressi desideri del Congresso”, che ha istituito Npr mezzo secolo fa e che è responsabile della distribuzione dei fondi, sia il Primo emendamento, che garantisce libertà di parola, di stampa e di opinione. Oltre a “minacciare l’esistenza di un sistema di radio pubblica che milioni di Americani in giro per il paese usano come fonte vitale di notizie e informazioni”. Alla denuncia si sono aggiunte altre radio pubbliche locali del Colorado. 

   

L’avversione di Trump verso i media disallineati all’agenda Maga – da lui chiamati “fake news” – è nota da tempo, ma le sue ingerenze sull’ecosistema mediatico stanno iniziando a dare materiale a chi studia i cambi di regime e la fine delle democrazie. Trump detesta Npr in particolare perché, dicono le carte, l’emittente avrebbe “insistito sul fatto che il Covid 19 non sia nato in laboratorio” e si “sarebbe rifiutata di raccontare la storia del portatile di Hunter Biden”. Come Harvard, Npr non vuole sottomettersi: Katherine Maher, l’amministratrice delegata, ha detto che non negozierà dietro le quinte con il governo. Alla lista di resistenti potrebbe aggiungersi anche la Pbs, la televisione pubblica, accusata  di “non presentare le notizie in modo accurato e imparziale ai contribuenti”.  I giudici sembrano oggi l’unica soluzione per opporsi ai capricci protodittatoriali di Trump.

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